Gli iscritti al M5S torneranno alle urne dalle 10 di oggi fino alle 22 di domenica, come richiesto dal Garante e cofondatore Beppe Grillo. La prima votazione, quella avvenuta nel corso dell’assemblea costituente, svoltasi dal 21 al 24 novembre, ha visto gli 89mila pentastellati decidere l’allontanamento di Grillo dal Movimento, causando però l’apertura di una nuova votazione. Il Garante, infatti, non è pronto a cedere a quanto richiesto, soprattutto perché convinto che il primo voto non sia stato a tutti gli effetti “trasparente“.
Grillo vorrebbe invalidare l’intero processo, come dimostrerebbe la raccolta di testimonianze via mail degli iscritti che hanno dichiarato di non poter votare. Sembrerebbe che nei mesi scorsi siano stati eliminati dal portale del M5S migliaia di persone registrate, ovvero coloro che da oltre un anno non accedevano alla loro area riservata. Prima di questo depennamento, sarebbero state inviate due mail, che invitavano a cliccare su un link esterno, così da dimostrare che l’iscritto fosse ancora attivo. Chi non ha cliccato si è trovato quindi impossibilitato a partecipare al voto dell’assemblea costituente.
Per il Garante si tratterebbe di un tentativo irregolare di abbassare il quorum necessario a permettere la validità della votazione. Sembrerebbe, quindi, che tra cofondatore e Movimento possa aprirsi una dura battaglia legale, che per ora è bloccata dalle seconde votazioni. Grillo non ha intenzione di perdere il simbolo del M5S, ma Conte sembra altrettanto fermo sulle sue posizioni: “Il simbolo è del Movimento, non c’è rischio che se lo porti via“.
Conte: “Su Grillo ha deciso la base“
Lo scontro tra Grillo e Conte non si basa su motivazioni personali, ma è frutto di una pura “questione politica“, come sottolineato dal leader pentastellato, prima di ribadire che gli iscritti sono nuovamente chiamati a scegliere “tra il passato e il futuro“. Secondo l’ex premier, il progetto originario del cofondatore non esiste più, perché di esso rimangono solamente i valori, come “la difesa della legalità, l’intransigenza morale“, ma nulla di più. In questo senso, quindi, la comunità pentastellata avrebbe iniziato a risentire del distacco con il Garante, che avrebbe poi portato al suo allontanamento.
“Ha deciso la base“, ha infatti sottolineato Conte, ricordando di aver espresso egli stesso dei dubbi sull’abolizione del ruolo del Garante nel corso del Consiglio nazionale, ma di aver poi deciso di rispettare la volontà del popolo. In questo senso, quindi, il progetto del leader pentastellato sarebbe quello di creare “un nuovo Movimento in cui nessuno può essere Sopraelevato“. A proposito di nomignoli, Conte, in una intervista al Corriere della Sera, ha confermato che il soprannome “mago di Oz” risalirebbe ai colloqui tra Draghi e Grillo, “quando mi sfottevano un po’ velenosamente“.
Conte: “Se si vota domani potremmo andare da soli“
Giuseppe Conte in una intervista a La Stampa ha poi affrontato il delicato tema delle alleanze politiche, sottolineando che come ha dichiarato Prodi “il M5S non è di sinistra ma è progressista“, quindi “siamo del tutto nuovi ed originali“. Così, per Conte sembrerebbe esservi una certezza, in quanto il partito non è pronto a scendere a compromessi, per cui se non si trova un accordo sul Pd su importanti temi di politica estera è possibile che il M5S decida di presentarsi autonomo alle prossime elezioni.
“Il no senza se e senza ma alle armi per costruire un nuovo ordine multipolare, politiche sull’immigrazione che rappresentino una terza via tra l’accogliamoli tutti della sinistra e gli slogan di odio e senza soluzioni del governo, la lotta alle disuguaglianze“, sarebbero questi i punti fermi del Movimenti, irrinunciabili per Giuseppe Conte. “Occorrerà metterli nero su bianco“, ha infatti sostenuto l’ex premier, così da creare un nuovo modo trasparente che stabilisca una discontinuità con la “vecchia politica“.
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