Riarmo Ue, M5S prepara risoluzione contraria. Conte: “Meloni butterà questi 30 miliardi”

Il leader del M5S ha sostenuto che il partito è favorevole ad un serio progetto di difesa comune, che sfrutti al meglio gli 800 miliardi di euro che, secondo le stime della Commissione Ue, saranno necessari a riarmare i 27 Paesi membri. Al contrario, ogni finanziamento utilizzato si rivelerà inutile, mentre l'Ue continua ad affrontare la crisi economica ed industriale

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Le parole di Giuseppe Conte, il leader del M5S, hanno anticipato l’annuncio odierno del partito, che domani presenterà al Senato e mercoledì in Parlamento una risoluzione per il Consiglio europeo che racchiude perfettamente lo spirito ultrapacifista che caratterizza il Movimento. Nessun piano di riarmo, nessun invio di truppe ma investimenti in ambiti sociali e industriali che aiutino i Paesi membri a tornare a produrre, ad essere competitivi con il resto del mondo, sono questi i punti cruciali inseriti all’interno del testo redatto dai pentastellati.

Inoltre, sembrerebbe che all’interno del testo sia presente anche un appello al governo affinché “manifesti nelle sedi decisionali europee la sua contrarietà in relazione alla possibilità per gli altri Paesi membri dell’Ue di ricorrere all’utilizzo dei fondi di coesione Ue per finanziare l’aumento della spesa militare“. Una mossa precauzionale, visto che per il momento il piano europeo non prevede obbligatoriamente l’uso di queste risorse, se non per una scelta del singolo Paese europeo.

La risoluzione, poi, affronterebbe anche il tema della partecipazione dell’Italia all’Alleanza atlantica, chiedendo al governo di “garantire la tenuta del partenariato strategico Ue-Nato alla luce del valore fondante, volto a promuovere e a salvaguardare la pace, la libertà e la prosperità nella zona euroatlantica“. In questo senso, quindi, il M5S allontana la possibilità di attivazione dell’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico a favore dell’Ucraina. Quest’ultima era la possibilità presentata dal premier Meloni, per evitare che Kiev entrasse nella Nato, garantendogli allo stesso tempo le sicurezze adeguate per il dopoguerra.

M5S, Conte: “Diciamo no al folle piano di riarmo, Meloni butterà 30 miliardi”

Anche oggi, il leader del Movimento 5 Stelle è tornato ad esprimersi sul tema del riarmo e della prospettiva italiana all’interno della difesa europea, rigettando la possibilità di aderire alla proposta di Ursula Von der Leyen e rivendicando investimenti per le “reali priorità dell’Italia“. Proprio per manifestare a favore di questo cambio, quindi, il partito scenderà in piazza il prossimo 5 aprile e Conte ha voluto invitare “tutti coloro che ritengono che la priorità dell’Italia sia continuare a investire sul futuro delle nostre generazioni“.

Il futuro è proprio ciò che preoccupa maggiormente il leader pentastellato, che ha ricordato gli impegni del partito nei confronti del Next Generation, un piano europeo che nel suo stesso nome richiama gli intenti di miglioramento del futuro. “Adesso invece non abbiamo Next Generation, ma abbiamo ultime generazioni“, ha tuonato l’ex premier, sottolineando come finora l’Europa non abbia mai avuto un primato militare, ma si sia sempre caratterizzata per le sue politiche di welfare.

Per quanto riguarda, invece, la possibilità di inviare truppe europee a Kiev, Conte ha chiesto che prima si raggiunga la tanto agognata pace in Ucraina. “Io sento ancora voci in ordine sparso che mi sembra addirittura che stiamo ancora nella postura bellicista“, ha sottolineato il leader pentastellato, chiarendo che le fasi successive alla pace potranno essere discusse solamente quando questa sarà realmente raggiunta. In ogni caso, il volto del Movimento 5 Stelle ha specificato che solamente sotto l’egida dell’Onu sarebbe possibile per l’Italia inviare soldati a Kiev.

Il fatto che si pensi adesso di mandare gli eserciti dei ‘volenterosi’ a garantire la sicurezza al confine russo, mi sembra una follia“, ha sostenuto l’ex premier, aggiungendo che la stessa contrarietà il M5S la esprime sul possibile piano di riarmo. Il partito sarebbe favorevole ad un serio progetto di difesa comune al fine di utilizzare al meglio gli 800 miliardi posti sul tavolo. Altrimenti, “Meloni butterà questi 30 miliardi, quando abbiamo il collasso della sanità, il caro vita e il caro bollette“.

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