Il congresso del Movimento 5 Stelle, previsto subito dopo l’estate, sarà un momento cruciale per discutere delle regole interne e della direzione futura del partito. Nonostante l’apparente unità tra Conte e Grillo sulla necessità di rilanciare il Movimento partendo dai territori, le divergenze emergono chiaramente su questioni chiave come la democrazia diretta, la scelta dei candidati e il programma politico. In particolare, per Grillo la regola del doppio mandato rappresenterebbe una sorta di limite invalicabile, un elemento distintivo del Movimento che non può essere compromesso in nessun caso.
Conte vs Grillo: evoluzione vs tradizione
In un incontro recente tra Conte e Grillo, descritto come “cordiale” e suggellato da un abbraccio, l’ex Premier ha ribadito la sua leadership salda all’interno del Movimento: durante un pranzo con Grillo, Conte ha affrontato la questione delle regole interne al partito, minimizzando però l’importanza dell’incontro, descrivendolo come un semplice momento di discussione su questi temi e non come un dibattito acceso con il fondatore: “Non fate troppi film“, ha detto Conte ai giornalisti.
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Beppe Grillo, che ha evitato di fare dichiarazioni ufficiali, continua a esercitare una forte influenza sul Movimento, e rimane saldo nella sua convinzione che sia necessario mantenere il limite del doppio mandato, un punto su cui non sembra disposto a cedere, nonostante le pressioni interne.
In effetti, Grillo potrebbe non avere tutti i torti nel voler rimanere fedele a quegli ideali che ha contribuito a stabilire: i valori originali che hanno sancito la nascita del Movimento si basavano sull’ideazione di un partito capace di distinguersi da tutti gli altri, rimettendo il destino della nazione nelle mani del popolo. La trasformazione nel tempo di quell’ideale politico, insieme alla pessima riuscita dei due governi Conte e le alleanze stipulate con quegli stessi partiti che il M5S aveva promesso di combattere, non hanno fatto altro che allontanare i sostenitori del Movimento che in quegli ideali ci credevano davvero.
Beppe Grillo: una consulenza onerosa
Conte, d’altra parte, spinge per una trasformazione del Movimento, cercando di bilanciare l’innovazione con la tradizione. Durante l’incontro con Grillo, ha ribadito che il Movimento deve rimanere “un laboratorio politico” piuttosto che trasformarsi in un “partito tradizionale“, nonostante l’adozione di nuove regole organizzative e strutture territoriali. Claudio Cominardi, tesoriere del Movimento, ha sottolineato l’importanza della democrazia diretta e degli strumenti partecipativi come valori centrali del partito.
La questione finanziaria rappresenta un altro nodo delicato. La maxi consulenza per la comunicazione affidata a Grillo, con un compenso di 300 mila euro l’anno, è motivo di malcontento tra molti parlamentari. Questo contratto, rinnovato nel 2023, pesa significativamente sulle finanze del Movimento, alimentando ulteriori tensioni interne. La decisione di mantenere questa consulenza è vista da alcuni come un ostacolo al rinnovamento del partito, mentre altri la considerano essenziale per mantenere l’identità originaria del Movimento in quanto garantirebbe il sostegno del fondatore.
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