Scandalo poliziotti a Verona: parlano Cucchi e Piantedosi

Lucrezia Caminiti
6 Min di lettura

La senatrice Cucchi vorrebbe subito “body cam e numeri identificativi per i poliziotti” mentre il ministro dell’Interno Piantedosi esprime “piena fiducia nella Squadra mobile della questura di Verona per lo svolgimento delle indagini”

La città di Verona è al centro di uno scandalo. Cinque poliziotti sono stati arrestati nella città veneta con l’accusa di tortura, lesioni aggravate, peculato, rifiuto e omissione di atti di ufficio e falso ideologico in atto pubblico. L’ispettore e quattro agenti sono finiti ai domiciliari. 

La notizia ha creato così tanto trambusto che non sono mancati gli interventi politici: da una parte abbiamo le posizioni, chiarissime, della senatrice Ilaria Cucchi e del deputato Aboubakar Soumahoro. Dall’altra c’è il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, dispiaciuto per la reputazione delle migliaia di donne e uomini della Polizia di Stato, oltre che per le vittime.

La ricostruzione dei fatti

Secondo le accuse, i poliziotti di Verona avrebbero in diverse occasioni picchiato persone fermate per strada nel corso di controlli, per poi truccare i verbali in modo tale da allontanare responsabilità e sospetti. Non si tratta di un caso isolato: oltre ai cinque arrestati, ci sono una decina di poliziotti indagati. Lo dimostra il trasferimento nelle settimane scorse di una ventina di agenti – alcuni per non aver impedito le violenze – per rilievi di natura penale e disciplinare.

Le intercettazioni dei poliziotti a Verona

“Adesso ti faccio vedere io quante capocciate alla porta dai, boom boom boom boom […] e io ridevo come un pazzo”. Così in una intercettazione la fidanzata di uno dei poliziotti della questura di Verona, arrestato con altri quattro colleghi per tortura. In un dialogo, contenuto nell’ordinanza, si capisce che gli abusi avvenivano al riparo da telecamere di videosorveglianza. “Gli ho lasciato la porta aperta in modo tale che uscisse perché io so che c’è la telecamera dentro […] mi ero messo il guanto, ho caricato una stecca amo’, bam, lui chiude gli occhi, di sasso per terra è andato a finire, è rimasto là […] gliel’ho tirata bene, ho detto adesso lo sfondo, bam […] minchia che pigna che gli ho dato”. In un altro dialogo lo stesso poliziotto racconta: “Io c’ho pazienza, soltanto che poi siccome l’avevo già graziato prima, ho detto vabbè, oggi le devi prendere anche da me”.

Cucchi sui fatti dei poliziotti a Verona: “Body cam e numeri per agenti”

Proprio alla luce di queste intercettazioni la senatrice Cucchi dichiara: “Ho chiesto l’introduzione delle body cam e dei numeri identificativi per le forze dell’ordine. Ho intenzione di mettermi a tavolino con il nuovo Capo della Polizia e di ragionare assieme sulle strade da intraprendere”, conclude l’intervento la senatrice a “L’aria che tira” su La7.

Soumahoro: “L’intenzione del governo di eliminare il reato di tortura? È grave”

Posizioni simili vengono espresse da Soumahoro, deputato e attivista per i diritti umani e civili. “Le presunte violenze e vessazioni da parte di alcuni agenti nei confronti di persone fermate per normali controlli, per lo più fragili, migranti, tossici e senza tetto, se confermate, sarebbero estremamente gravi, soprattutto perché evidenziano il rischio di una deriva d’odio razziale”.

“Quello che emerge dall’inchiesta di Verona – continua Soumahoro – la crudeltà e la ferocia degli abusi, delle violenze e delle torture richiedono l’adozione immediata di misure preventive, come l’introduzione di body cam e numeri identificativi individuali su divise e caschi durante gli interventi. Questo aiuterebbe ad individuare chi sbaglia e a tutelare i tanti che operano nella legalità. In un clima di crescente odio verso il cosiddetto ‘diverso’, rispetto al quale anche le forze dell’ordine non sono immuni, è davvero molto grave l’intenzione del Governo di eliminare il reato di tortura“, conclude il deputato.

Piantedosi: “Fatti di enorme gravità se confermati”

“Le vicende che emergono dall’inchiesta di Verona, ove fossero confermate, sarebbero di enorme gravità, lesive innanzitutto della dignità delle vittime ma anche dell’onore e della reputazione di migliaia di donne e uomini della Polizia di Stato che quotidianamente svolgono il proprio servizio ai cittadini con dedizione e sacrificio. La magistratura e la stessa Polizia di Stato faranno piena chiarezza su quanto avvenuto”. Dichiara cautamente il ministro dell’Interno Piantedosi parlando della vicenda dei poliziotti a Verona.

“La Polizia di Stato che conosco e a cui rinnovo la mia stima e gratitudine per le delicate attività che svolge quotidianamente è quella che senza esitazioni e pregiudizi riesce a fare pulizia al suo interno. Lo dimostrano la fiducia accordata dalla Procura della Repubblica che ha delegato alla squadra mobile della questura di Verona lo svolgimento delle indagini e il riconoscimento nell’ordinanza del gip dell’efficienza e della sollecitudine con cui queste sono state svolte”, aggiunge Piantedosi.

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