Colmare il divario tra ospedale e territorio è possibile? Questo è il fulcro del convegno “Verso il nuovo piano nazionale cronicità: prospettive e proposte“, tenutosi oggi pomeriggio nella Sala Zuccari del Senato della Repubblica e promosso dal senatore Guido Liris, capogruppo di FdI in Commissione Bilancio e coordinatore dell’intergruppo parlamentare sulle cronicità e sulla prevenzione e le emergenze nelle aree interne.
Un incontro alla presenza di esperti e specialisti, tra cui Tonino Aceti, presidente Salutequità, Americo Cicchetti, direttore generale della Programmazione Sanitaria del Ministero della Salute, Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità e Teresa Petrangolini, direttore Patient Advocacy Lab di Altems, i cui interventi, moderati dalla giornalista Gaia De Scalzi, risultano fondamentali per la creazione di una proposta unica, tra Ministero, Regioni e Asl, che possa rispondere ai bisogni del Servizio Sanitario Nazionale e dei pazienti affetti da malattie croniche.
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Lo ha confermato il senatore Liris, chiarendo ai microfoni de Il Difforme, che le malattie cronico-degenerative “sono patologie ricorrenti, che si possono affrontare con caparbietà, con una possibilità di intervenire in maniera precoce e abbastanza performante fuori dell’ospedale, dove tutto costa molto meno“. Un’opzione che quindi si rivelerebbe efficace sia per diminuire il peso sulle casse dello Stato, sia per rendere il percorso di cura del paziente maggiormente confortevole.
“Con un sistema universalistico della sanità, come quello italiano, naturalmente si formano delle liste d’attesa“, ha dichiarato l’Onorevole, evidenziando però come queste siano “gestibili“, analizzando la priorità degli interventi in ospedale e valutando “l’importanza e l’appropriatezza della prescrizione“.
Schillaci: “Nel nuovo piano saranno incluse più patologie”
Nel corso del convegno è intervenuto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, con un video messaggio con cui ha specificato come il nuovo Piano nazionale della cronicità, al momento all’esame della Conferenza Stato-Regioni, preveda un ampliamento delle patologie, tra cui obesità, epilessia ed endometriosi. Il ministro ha poi sottolineato come le malattie croniche, anche a causa dell’invecchiamento della popolazione, colpiscano il il 43% degli italiani e assorbano l’80% della spesa sanitaria.
Anche per questo, l’aggiornamento del piano “rappresenta un’opportunità per promuovere una sanità più vicina ai bisogni reali delle persone” e al contempo, con l’allargamento della platea delle patologie incluse, “testimonia la volontà di rendere l’intero percorso di cura più inclusivo e personalizzato“. Per quanto riguarda, invece, le disuguaglianze regionali, il ministro ha chiarito che “la telemedicina” diventerà uno strumento in grado di raggiungere 300mila pazienti, “migliorando l’accesso alle cure“.
Liris: “L’SSN è un motivo di vanto, ma è costosissimo”
Il convegno nella Sala Zuccari si è quindi concentrato su tre tematiche fondamentali: le priorità relative all’aggiornamento del nuovo piano nazionale cronicità, le patologie che incidono maggiormente sulla popolazione e le fasce di età più interessate. Tre punti cruciali, che permettono la creazione di una mappa del territorio completa ed efficiente, che permette a sua volta di mettere in atto interventi capillari che siano realmente utili al benessere della popolazione.
“L’obiettivo principale è la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale“, ha chiarito il senatore Liris, in apertura del convengo, ricordando come ad oggi l’Italia si trovi ad affrontare un continuo invecchiamento della popolazione e la comparsa della fascia degli ultracentenari, che ovviamente necessitano di una risposta diversa dal punto di vista dell’assistenza medica. “I cambiamenti vanno rispettati e vanno date loro risposte“, ha spiegato Liris, sottolineando quindi il bisogno di portare ad una evoluzione del Sistema sanitario nazionale, affinché questo non diventi anacronistico.
All’interno di questo quadro, quindi, si mostra fondamentale la creazione di un sistema di cure domiciliari che possano spostare la cura del paziente dagli ospedali dei grandi centri urbani alle periferie, così da diminuire il sovraffollamento delle strutture sanitarie e al contempo migliorare la qualità di vita del paziente e della sua famiglia. Tale progetto avrebbe poi il merito di diminuire “le liste di attesa“, accresciute proprio dall’invecchiamento della popolazione e che rischiano di rendere non più sostenibile l’SSN.
La presenza di esperti del settore, che possano discutere con i legislatori, si rivela quindi fondamentale al fine di creare una risposta che sia realmente efficace e che si riveli utile per il nostro sistema universalistico, che “è un motivo di orgoglio e di vanto per l’Italia, ma che è comunque costosissimo“. Così, nel corso del convegno si sono succeduti diversi tavoli di lavoro, concentrati su vari focus, tra cui la medicina cardiovascolare, dermatologica, respiratoria, oncologica e dedicati al diabete e alle interconnessioni cardio-renali-metaboliche.
Tra i relatori intervenuti si contano Livio Giuliano, primario di Cardiologia ed Utic dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila, Valerio Corazza, presidente Apiafco, Salvatore D’Antonio, presidente dell’Associazione Pazienti BPCO, Fabiano Marra, vicepresidente di Diabete Italia, Riccardo Candido, presidente dell’Associazione Medici Diabetologi, Gianluca Primomo, primario del reparto di pneumatologia dell’ospedale “San Salvatore” dell’Aquila e Sandra Frateiacci, vicepresidente di Federasma e Allergie.
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