“Cure domiciliari per la gestione del paziente cronico” è il ddl presentato in Senato a prima firma da Guido Liris nel corso della conferenza stampa L’Italia è cambiata. Cure domiciliari la nuova sfida. “Il ddl era un’esigenza che il territorio e la crescente domanda sanitaria poneva all’attenzione delle istituzioni, in particolar modo alla luce dell’invecchiamento della popolazione“, dichiara il senatore sottolineando la possibilità unica che “la diagnosi, la cura, il monitoraggio, il follow up delle patologie a domicilio” possono rappresentare “per aumentare la qualità di vita del paziente e del contesto familiare all’interno del quale vive“.
Il capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione Bilancio di Palazzo Madama afferma inoltre, che ad oggi esiste “la possibilità di uniformare procedure e assistenza su tutto il territorio nazionale, costruendo un modello, un provvedimento che, arricchito dei contributi del Parlamento, possa comprendere e prevedere tutte le attività che possono essere praticate nel contesto confortevole delle mura domestiche“.
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Motivo per cui, il disegno di legge approfondisce “aspetti preziosi relativi alla complessità delle cure, alla gestione delle patologie croniche, alle dimissioni ‘protette’, all’accreditamento dell’Adi nelle regioni di riferimento“. In relazione a questo, Guido Liris evidenza come tutte le cure domiciliari e l’articolazione, in generale, delle attività sanitarie praticabili al di fuori del presidio Ospedaliero, nonché all’interno delle abitazioni di un paziente, potranno essere “un elemento eccezionale per promuovere un contenimento dei costi per reinvestire le risorse non spese nell’aumento della qualità dei servizi“.
Nel concludere il suo intervento, il senatore Liris dedica poi un sentito ringraziamento per i “preziosi contributi offerti nel corso della conferenza stampa” al Capo Dipartimento della prevenzione, della ricerca e delle emergenze sanitarie Ministero della salute, Maria Rosaria Campitiello, al Presidente Home and Digital Care Confindustria DM, Fillippo Lintas e al Presidente di Salutequità, Tonino Aceti.
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