Schlein sotto pressione: il crollo del Campo largo rischia di costarle la Liguria

La partenza in vantaggio della coalizione di centrosinistra si sarebbe velocemente consumata, lasciando ora Orlando e Bucci in una situazione di parità; il timore è che l'assenza di un'ala moderata all'interno dell'ex Campo largo possa affossare il piano di Schlein oltre a mettere in dubbio la sua leadership

Redazione
6 Min di lettura

A 10 giorni dalle elezioni Regionali in Liguria, la coalizione di centrosinistra guidata dal candidato Andrea Orlando sembrerebbe essere prossima alla sconfitta. Dopo mesi di fermento, a partire dall’inchiesta su Giovanni Toti, le opposizioni sembravano avere tutte le carte in regola per strappare la Regione dalle mani della maggioranza. I cortei in piazza per chiedere giustizia sull’ex governatore, i grandi piani di ricostruzione del territorio ligure e delle sue infrastrutture, insieme alla promessa di una governance trasparente e rispettosa nei confronti dei cittadini, avrebbero potuto portare Orlando a capo della Liguria. Eppure, a pochi mesi di distanza la situazione sembra essersi ribaltata.

Se vi fosse qualcuno che si stesse interrogando sulle colpe di questo repentino cambio di umori, affinché sia possibile capire cosa sia accaduto è necessario tornare indietro di qualche settimana, quando il progetto del Campo largo è andato definitivamente in frantumi. La segretaria del Pd Elly Schlein, a quasi due anni dalla sua elezione, era quasi riuscita a portare a termine il suo piano testardamente unitario“, ovvero la creazione di una coalizione di centrosinistra che potesse rappresentare un’alternativa valida al governo Meloni e in cui i cittadini italiani avrebbero potuto rivedersi.

Il piano, però, ha incontrato diverse difficoltà sia a livello di rapporti tra i diversi partiti che avrebbero dovuto farne parte, sia nella costruzione di un’agenda politica che fosse chiara e comprensibile per i cittadini italiani. Così, il progetto di Schlein ha subito sempre più rimandi fino a giungere ad una bocciatura definitiva. I fautori principali del fallimento potrebbero essere riconosciuti in Giuseppe Conte e Matteo Renzi, convinti di non poter coesistere in una stessa alleanza senza tradire profondamente le proprie ideologie. Senza Renzi, però, sembrerebbe che la coalizione abbia perso una componente fondamentale, quella del centro, che potrebbe aver spinto i cittadini a cambiare opinione su Orlando.

Il fallimento in Liguria potrebbe affossare Schlein

Mentre Conte e Renzi hanno passato le ultime settimane impegnati in uno scontro in differita, in cui hanno elencato tutte le motivazioni possibili per cui un’alleanza tra Italia Viva e Movimento 5 Stelle avrebbe potuto rivelarsi disastrosa, Elly Schlein ha tentato di costruire un percorso resistente che potesse garantire al centrosinistra la vittoria in tutte e tre le elezioni regionali previste per questi mesi. Uno sforzo che potrebbe rivelarsi insensato, visti i sondaggi che porrebbero il centrodestra come favorito in Liguria e Umbria.

Campo largo, il leader di Italia Viva Matteo Renzi
Il leader di Italia Viva Matteo Renzi

Tali sconfitte, soprattutto quella ligure, potrebbero però mettere Schlein in una posizione scomoda. Nonostante il fatto che i battibecchi esistessero tra Renzi e Conte, la segretaria del Pd sarebbe la vera e propria leader della coalizione, per cui ogni sconfitta è imputabile a lei, così come ogni vittoria può essere considerata un suo successo. Nel caso in cui Orlando vincesse, infatti, Schlein potrebbe festeggiare l’elezione di un suo fedelissimo a capo di una Regione del nord Italia, ma se a trionfare fosse Bucci, allora Schlein dovrà riconoscere l’importanza della presenza dei moderati in ogni coalizione.

Il leader del M5S Giuseppe Conte
Il leader del M5S Giuseppe Conte

Al momento, infatti, l’ex Campo largo manca proprio di una parte centrista, vista l’indecisione dei leader di Azione e Italia Viva. Renzi in Liguria ha deciso di non sostenere Orlando, per evitare di dover cedere alle richieste stringenti dei pentastellati, mentre Calenda continua a nutrire dubbi in generale sull’impalcatura di questa alleanza. “Azione parteciperà quando la coalizione avrà un’agenda politica stabile ed efficace” ha infatti dichiarato il leader del partito, sottolineando di voler entrare a farne parte solo se sarà assicurata una certa serietà nelle scelte e nei progetti.

La svolta troppo a sinistra di Schlein

Mentre si attende il 28 ottobre per comprendere chi porterà a casa la vittoria alle elezioni regionali liguri, si riflette sui motivi che potrebbero aver portato la coalizione di centrosinistra ad un possibile e vicino fallimento. Sembrerebbe secondo alcuni che la svolta a sinistra di Elly Schlein possa aver causato più danni che soddisfazioni, a causa dell’indebolimento dell’ala moderata che dovrebbe essere presente nella coalizione.

Questa, quindi, invece di essere una coalizione di centrosinistra, sembra essere solamente di sinistra e ciò potrebbe aver indebolito l’elettorato. L’astensionismo potrebbe aumentare e qualcuno potrebbe anche decidere di dare il proprio voto ai moderati di centrodestra, davanti ad un blocco troppo spostato verso il radicalismo di sinistra. Schlein, quindi, potrebbe essere stata la sua stessa rovina ed ora sembrerebbe essere troppo tardi per riuscire a ricostituire un centro che sia reale ed efficiente all’interno della coalizione.

Al momento, comunque, si deve procedere per ipotesi nella consapevolezza che gli unici che potranno realmente incoronare o affossare il piano della segretaria del Pd sono gli elettori, che il 28 ottobre si recheranno alle urne. Andrea Orlando, quindi, non sarà soltanto il possibile futuro della Liguria ma anche la rappresentazione del successo o della sconfitta dei piani di Elly Schlein.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo