Liguria, Calenda pronto a sostenere Orlando: “Renzi deve essere garante”

Calenda e il suo partito sono pronti a sostenere la candidatura di Orlando nella Regione

Redazione
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Va bene tutto, ma le priorità dell’opposizione restano integre nonostante gli screzi all’interno del centrosinistra. Il leader di Azione, Carlo Calenda, appoggia il deputato del Partito democratico, Andrea Orlando per le prossime elezioni in Liguria. Dopo le dimissioni di Toti, la Regione infatti è rimasta scoperta e i nodi sui candidati sono venuti al pettine.

Nonostante i battibecchi tra Azione e il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, le acque sembrano calmarsi e persino il rocambolesco Calenda si dovrebbe essere convinto di stare dalla parte del campo largo. Oltre che da Alleanza Verdi Sinistra e Pd, Orlando ha da poco ottenuto il via libera dai pentastellati e ora, con l’okay di Azione, potrebbe volare alle Regionali più forte e consapevole.

Calenda detta le sue regole

Azione sarebbe pronta a sostenere la campagna di Orlando a patto che vengano soddisfatti tre requisiti. Il primo fa riferimento alla realizzazione delle opere infrastrutturali necessarie alla Liguria, poi nessuna campagna elettorale basata sul “giustizialismo forcaiolo“. La terza, sempre dettata da Calenda: una volta vinte le elezioni, “serve cultura di governo“. In una intervista al “Secolo XIX” il leader di Azione conferma la sua volontà di allearsi con il campo largo per sostenere l’ascesa di Orlando. Dal suo canto, Renzi deve essere garante di queste condizioni.

Calenda spiega però che questo avvicinamento non per forza deve essere tradotto come un’alleanza in tutto e per tutto con il fronte unito della Schlein: “Siamo al centro“. Di fatto, si può parlare di un’intesa tra centro e centrodestra. Nulla di più. Azione – spiega il leader – si trova bene con Orlando nonostante alcune posizioni divergenti. Per Calenda comunque, l’importante è provare a fare un sunto del territorio. Poi parla dell’inchiesta che ha visto protagonista Toti: “Sì al rigido garantismo. A mio parere gli arresti domiciliari sono stati degli atti barbarici”.

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