Letta scarica il M5s: «Sono e resteranno forza ambigua che si autoesclude»

Roberta Pacetti
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Il segretario del PD: «Noi progressisti perché l’Occidente va in quella direzione». Delrio difende i democratici dagli attacchi del Terzo Polo: «Renzi e Calenda hanno un atteggiamento inspiegabile, il nemico dovrebbe essere il sovranismo»

«I 5Stelle oggi si sono esclusi dalla possibilità di realizzare un programma insieme. Non possono vincere e attuarlo, mentre noi possiamo, possiamo contendere la vittoria alla destra» così Enrico Letta, segretario del PD, ad un’intervista rilasciata al Manifesto.

Riferendosi ai suoi programmi, Letta spiega: «Il nostro obiettivo politico è manifestarsi come forza progressista su lavoro, ambiente, diritti e anche scuola e cultura. Questo non perché io sia stato contagiato da qualche virus esotico a Parigi, ma perché l’Europa e l’Occidente vanno in quella direzione».

Sulla necessità di far vincere la sinistra, il segretario del PD ammette lapidario: «Le crisi drammatiche dell’ultimo decennio portano a sinistra e spingono verso sostenibilità sociale e ambientale. Le alternative sono rischiose e rendono le democrazie occidentali sempre più fragili».

Letta, a tal proposito, conclude la sua intervista riferendosi a Grillo e i Pentastellati: «Loro restano il partito che ha parlato di uguaglianza fra destra e sinistra, non esiste la sinistra a targhe alterne, non si può fare il progressista della domenica, loro non saranno mai tali».

Il PD, intanto, continua la sua battaglia per difendersi dagli attacchi del Terzo Polo

L’ex ministro ed esponente PD, Graziano Delrio, commenta a La Repubblica: «Renzi e Calenda hanno assunto un atteggiamento inspiegabile nei confronti del PD. Le loro polemiche da social sono atte a far passare il concetto di Partito Democratico uguale ad una destra illiberale, ambigua nei confronti di Mosca e che isolerà il Paese dal resto d’Europa».

Delrio, parlando di «fuoco amico», sottolinea: «È una strategia difficile da capire, specie se chi la adotta parla di voler costruire un polo liberale. Un riformismo moderato si preoccupa di costruire soluzioni e non polemiche da social». In conclusione, l’ex ministro, chiarisce: «La nostra collaborazione col governo Draghi ci ha permesso di realizzare riforme storiche come l’assegno unico per i figli, mentre a destra l’attrazione verso il populismo ha portato il Paese ad una crisi durissima già dieci anni fa».

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