Leo, la lotta all’evasione fiscale: “Acquisiremo dati degli influencer dai social”

Il viceministro Leo vuole rendere le immagini dei social disponibili per essere analizzate dall'Agenzia delle entrate, che verificherebbe le incongruenze tra le dichiarazioni e la realtà. Per Leo "se si vuole la Flat tax tutti devono pagare le tasse". Ma la Lega dice NO

Redazione
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Acquisire dati dai social per scovare gli evasori fiscali: un data scraping, questa l’idea del viceministro all’Economia Maurizio Leo, per trasformare l’Agenzia delle entrate nel tolkieniano occhio di Sauron: un’allegoria che, tra le altre cose, si sposa con la retorica della destra meloniana. Ma la Lega dice no.

L’idea di Leo per combattere l’evasione: “Considerare gli elementi del tenore di vita”

Guidare macchine lussuose o mangiare in ristoranti stellati potrebbero diventare prove in mano all’Agenzia delle entrate per contestare i redditi dichiarati. “Considerare tutti gli elementi più significativi relativi al tenore di vita di professionisti e imprenditori che pubblicano sui social le foto delle vacanze alle Maldive”, così afferma Leo annunciando il data scraping ovvero la possibilità conferita all’Agenzia delle entrate di poter estrarre dati dal web e renderli giuridicamente rilevanti. “Se si vuole la Flat tax per tutti bisogna che tutti paghino le tasse“, si giustifica il viceministro.

La Lega non è d’accordo, Siri: “Siamo contrari”

Salvini su tutte le furie scaglia la sua carta vincente, il consigliere economico Armando Siri, che definisce questa indagine una “caccia alle streghe“. Poi conclude “gli slogan sul terrorismo lasciamoli all’ideologia illiberale“. Impropria è stata giudicata l’iniziativa di Leo anche da altri esponenti del Carroccio di combattere l’evasione con le stesse armi con cui si combatte il terrorismo.

Il Garante per la privacy non si è espresso in modo specifico sulla questione sollevata da Leo ma “se consultato sarà intenzionato a respingere l’idea“, hanno rivelato più fonti a Repubblica.

Progetto senza titolo 10
Armando Siri e Matteo Salvini

L’Authority si era in realtà pronunciata negativamente in questo senso ma in merito ad altre proposte che, come quella di Leo, volevano rendere le informazioni social disponibili per l’Agenzia delle entrate. Le immagini possono essere falsate, ed acquisirle violerebbe la privacy degli utenti: queste le motivazioni alla base della bocciatura dell’Authority.

Nonostante questo, Leo spera nel successo della sua crociata contro l’evasione, una piaga “che è come il terrorismo” afferma. Tuttavia questi tentativi di redenzione del viceministro non si manifestano invano: è opinione diffusa che Leo si voglia scrollare di dosso le accuse secondo cui starebbe “legittimando l’evasione” attraverso il concordato preventivo biennale che, tra le altre cose, porrebbe la categoria dei lavoratori autonomi(Partita Iva, soggetti a pagella Isa) a riparo da controlli per due anni perché questi potranno concordare in anticipo le tasse da pagare.

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