Il caldo di agosto sembra non fermare il fervore della politica italiana che, alla Vigilia di Ferragosto, si è infiammata su un tema delicatissimo: la cittadinanza italiana. A chi spetta e a chi no è il dubbio che attanaglia le opposizioni, così come Forza Italia, che sembra pronta a divenire il nuovo partito di centrodestra che vuole spendersi sui diritti dei residenti in Italia. A far riaccendere il dibattito sono state, incredibilmente, le Olimpiadi di Parigi, o meglio la partecipazioni a queste ultime di atleti italiani di origine straniera.
In che modo mitigare il razzismo che in Italia continua a verificarsi nei confronti di chi non rispetterebbe gli standard di italianità del passato? Secondo il centrosinistra e Forza Italia, la soluzione potrebbe essere trovata in una riforma del diritto che governa la cittadinanza. Una sorta di apertura nei confronti di chi si sente italiano, dopo anni passati nel Paese e un’integrazione ormai assicurata. In che modo però risolvere il dilemma su quale sia lo Ius più corretto?
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Per ora in Italia vige lo Ius sanguinis, ovvero il diritto che ritiene italiano un cittadino che sia nato da almeno un genitore con la cittadinanza italiana. Chi non rispetta questo standard può ottenere la cittadinanza tramite percorsi burocratici complessi e piuttosto lunghi. “Lo straniero che sia nato in Italia può divenire cittadino italiano a condizione che vi abbia risieduto legalmente e ininterrottamente fino al raggiungimento della maggiore età e dichiari, entro un anno dal compimento della maggiore età, di voler acquistare la cittadinanza italiana” si legge nella legge 91 del 1992. Ma è veramente questo il percorso più corretto?
Lo scontro per la cittadinanza su un post della Lega
Nella giornata di ieri, un post ufficiale pubblicato sui canali social della Lega ha riacceso lo scontro politico sul tema della cittadinanza. Un fotomontaggio di Elly Schlein, segretaria del Pd, e Antonio Tajani, leader di Forza Italia, con la scritta “la legge va benissimo così e i numeri lo dimostrano, non c’è nessun bisogno di Ius Soli o scorciatoie” è bastato per dare il via all’ultima polemica estiva.
Il deputato azzurro Raffaele Nevi ha deciso di rispondere alle dichiarazioni della Lega: “Non vogliamo attaccare e dispiace che un alleato di coalizione ci attacchi. La linea è quella di sempre del partito, seppur fuori dal programma di governo, portata avanti nel passato già da Silvio Berlusconi“. I forzisti hanno spiegato di non essere favorevoli allo Ius Soli, ovvero il diritto che assicurerebbe la cittadinanza a coloro che nascono sul territorio italiano, ma allo stesso tempo non ritengono adatta la norma vigente. “Siamo aperti allo Ius Scholae” dichiara Nevi, sostenendo che la scuola sia “il motore dell’integrazione“.
Quest’ultima proposta, infatti, aprirebbe alla possibilità che un cittadino straniero possa ottenere la cittadinanza a seguito del conseguimento di un ciclo di studi nel Paese. Un diritto simile allo Ius Culturae, che però lascia dubbi sulle tempistiche. Quanti dovrebbero essere gli anni di studio da ritenere adatti prima della certificazione della cittadinanza? Su questo punto le discussioni sono ancora aperte.
Per ora non esistono proposte concrete di Forza Italia, che però sarebbe intenzionata a presentarne una per l’autunno. Sembrerebbe che il partito voglia aprire ad uno Ius Scholae che preveda l’obbligatorietà dei cinque anni di studio in Italia. “FI è pronta a discutere e chiederà di votare una proposta di mediazione tra quella del Pd e il niente della Lega“, ha dichiarato un deputato azzurro. I democratici, infatti, propenderebbero per l’approvazione dello Ius Soli, diritto che però non convincerebbe affatto la maggioranza.
Il “niet” della Lega a Forza Italia
Il Carroccio, però, non sarebbe soddisfatto neanche dell’apertura di Forza Italia. “Polemiche inutili, siamo il Paese in Ue che concede più cittadinanze” ha dichiarato il leghista Andrea Crippa, mentre Andrea Sasso ha sostenuto: “Ci opponiamo allo Ius Soli proposto dalla sinistra e anche a uno Ius soli ‘mascherato’, che consentirebbe di diventare cittadini italiani dopo pochi anni di scuola“.
Tra i due partiti di centrodestra, capitanati dai due vicepremier, sembrerebbe non essere possibile una mediazione, almeno per il momento. Fratelli d’Italia, partito del premier Giorgia Meloni, non si è ancora espresso apertamente sul tema. I forzisti spererebbero in un’alleanza, che possa permettere alla loro proposta di avere una possibilità in Parlamento, puntando soprattutto sulle posizioni passate del Presidente del Consiglio.
Iin FdI, però, non vi sarebbero ancora idee chiare. Non si esclude la possibilità di una discussione sullo Ius Scholae, che però dovrebbe prevedere un percorso scolastico di almeno dieci anni, ma per il momento questa non sembrerebbe una priorità. La linea del partito, infatti, sarebbe quella di dare importanza maggiore alle questioni per cui è stato votato il governo di centrodestra e in seguito a tutto il resto. Il pericolo però è che questa vicenda si concluda con un nulla di fatto, come una fiamma estiva che col primo freddo si estingue.
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