Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, ha rilasciato dichiarazioni forti e significative riguardo alla manovra economica del governo, in occasione di un incontro a Palazzo Chigi con la premier Giorgia Meloni. Landini ha ribadito le sue preoccupazioni riguardo alla situazione economica e sociale del paese, sottolineando che ci sarebbe urgente bisogno di un cambiamento radicale nelle politiche fiscali, salariali e industriali del governo, affinché venga risposto alle crescenti disuguaglianze e ingiustizie sociali.
Le parole di Landini
A sostegno delle sue critiche, Landini ha annunciato di voler regalare alla Meloni il libro L’uomo in rivolta di Albert Camus, un’opera che esplora il tema della ribellione di fronte a un sistema che crea ingiustizie. Secondo Landini, questo gesto simbolico ha l’intento di sollecitare un cambiamento di mentalità da parte delle istituzioni, invitando la politica a non ignorare la crescente frustrazione e i problemi che affliggono la classe lavoratrice e le fasce più vulnerabili della società. Il messaggio di Camus, con il suo invito alla resistenza contro l’oppressione e la passività di fronte all’ingiustizia, appare particolarmente rilevante in un contesto in cui molte persone sembrano accettare passivamente una realtà di diseguaglianze crescenti.
Nel corso dell’incontro con il governo, Landini ha espresso chiaramente le richieste sindacali. Il primo tema riguarda il problema salariale: secondo il leader della Cgil, c’è una carenza di risorse per i contratti collettivi, che deve essere affrontata con maggiore disponibilità economica. Landini ha fatto riferimento anche alla necessità di sbloccare le assunzioni nella pubblica amministrazione, ricordando che i tagli ai bilanci degli enti locali stanno creando enormi difficoltà nella gestione dei servizi pubblici.
A questo proposito, Landini ha sottolineato l’importanza di destinare risorse alla sanità pubblica, la quale, secondo lui, rischia di collassare sotto il peso della scarsità di fondi e delle scelte politiche adottate fino a oggi. Un altro punto cruciale per il leader della Cgil riguarda la riforma fiscale. Landini ha spiegato che non è più tempo di politiche fiscali che favoriscano i più ricchi, come la flat tax, ma è necessario un sistema che imponga tributi sui profitti aziendali, sui rendimenti finanziari e sugli immobili di lusso, per cercare di riequilibrare le diseguaglianze di ricchezza nel paese.
Landini ha anche ribadito l’urgenza di superare la precarietà lavorativa, che continua a rappresentare un problema grave in Italia, e la necessità di politiche industriali efficaci che possano rilanciare il settore produttivo, in particolare al Sud e nei comparti strategici come quello automotive, che ha visto tagli significativi nelle risorse destinate allo sviluppo.
A margine dell’incontro, Landini ha sollevato anche una questione di metodo. Ha evidenziato che, per la prima volta, un governo ha presentato una manovra economica già pronta in Parlamento senza prima coinvolgere i sindacati in un confronto reale. Un fatto che, secondo il leader della Cgil, non solo è inusuale, ma anche preoccupante, perché segnala una chiusura nei confronti delle istanze dei lavoratori e delle loro rappresentanze.
In un contesto di crescente tensione sociale, Landini ha concluso le sue dichiarazioni con un forte appello alla mobilitazione: “C’è bisogno di un cambiamento radicale, e questo non può avvenire solo attraverso azioni politiche, ma deve partire dalle persone, dalla loro solidarietà e dal loro impegno diretto“, ha detto, evocando una sorta di “rivolta sociale” per porre fine alle ingiustizie economiche e alle disuguaglianze. L’obiettivo, secondo Landini, non è solo quello di ottenere migliori condizioni di lavoro e di vita, ma anche quello di avviare un processo di cambiamento più ampio, che metta al centro il benessere sociale e la redistribuzione della ricchezza.
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