La Wagner si ritira e Kiev ne approfitta: scatta l’offensiva sul fronte orientale 

Prigozhin rinuncia ad avanzare verso Mosca dopo la mediazione di Lukashenko. Putin fa sapere che i mercenari non saranno perseguiti. Intanto Zelensky avanza nei territori del Donbass

Davide Fosteri
2 Min di lettura

La Wagner fa marcia indietro e l’offensiva verso Mosca resta soltanto un annuncio. Decisivo da questo punto di vista il lavoro diplomatico portato avanti dagli uomini di Putin, in primis dal presidente bielorusso Lukashenko, che hanno aperto a condizioni ritenute valide per far indietreggiare i mercenari. Gli uomini della Wagner non saranno perseguiti dai tribunali militari russi, questa la condizione fissata come prioritaria. Resta però il fatto che i vertici della Difesa russa sono ancora tutti in carica, a dispetto da quanto aveva annunciato Yevgeny Prigozhin, il leader della milizia antigovernativa, al momento del via alla ribellione contro Mosca. 

I punti deboli di Mosca 

Quel che è certo, è che questo atto di forza della Wagner, anche se non concretizzato fino alla fine, ha messo in luce dei punti di debolezza del regime russo. Prigozhin ha marciato di fatto indisturbato fino a 200 chilometri da Mosca, lasciando Rostov tra gli applausi della folla. E anche io mondo è rimasto con il fiato sospeso almeno per un giorno: la situazione in Russia resta all’attenzione del campo avversario con consultazioni ai massimi livelli che confermano il sostegno all’Ucraina, mentre i  media americani rivelano che le autorità erano stati informati da giorni dei piani di Prigozhin.

La strategia di Zelensky 

Intanto l’Ucraina approfitta del caos in Russia per lanciare un’offensiva sul fronte orientale. Kiev ha annunciato che le sue truppe hanno liberato posizioni nel Donbass conquistate dai russi nel 2014, in particolare parti dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk. “E’ solo l’inizio”, ha promesso Zelensky. Il Paese ha assistito con un mix di stupore, speranza e senso di rivalsa al precipitare della situazione in Russia, diffondendo voci su una presunta fuga di Putin da Mosca. Quel che è certo è che le truppe continuano a darsi battaglia: nella notte bombe russe su Sumy e Nikopol, con almeno un morto.

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