Renzi e il quasi divorzio con Calenda, è lite sul nuovo nome del gruppo

Oggi in Senato l'assemblea del Gruppo congiunto di Azione e Italia Viva decreterà la fine di un matrimonio mai celebrato

Martina Onorati
8 Min di lettura

Da separati in casa a divorziati: la tormentata relazione tra Matteo Renzi e Carlo Calenda è giunta ai titoli di coda. Oggi in Senato l’assemblea del Gruppo congiunto di Azione e Italia Viva, disertata da Calenda e i deputati di Azione, ha decretato la fine di un matrimonio mai celebrato.

“La Telenovela è finita”, come ha affermato Renzi al Senato durante l’assemblea. E’ quindi ufficiale? Azione e Italia Viva si separano dopo mesi di scontri e accuse reciproche? L’incontro, composto di fatto solamente da Renzi e i suoi, ha quindi deliberato il cambio del nome del gruppo in “Italia viva – centro – Renew Europe”. Una rottura che il direttore del Riformista imputa all’ormai ex alleato, che qualche giorno fa aveva escluso l’ipotesi di una lista unitaria alle prossime europee.

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Matteo Renzi e Carlo Calenda

Azione però, contesta duramente la validità del voto di oggi e si rivolge al presidente del Senato Ignazio La Russa, contestando una “doppia violazione” da parte del partito di Renzi. E questo significa che la rottura non è ufficiale. “Contrariamente a quanto dichiarato dal senatore Renzi, nessuno oggi ha deliberato o chiesto la separazione dei gruppi di Iv e Azione. Cosa che invitiamo il senatore Renzi a fare, visto che lo ha già annunciato mille volte. Per quanto riguarda la delibera sul cambio di nome abbiamo scritto al presidente del Senato per segnalare una doppia violazione dello statuto operata oggi dal capogruppo del gruppo Azione-Italia Viva – Renew Enrico Borghi“.

La prima violazione – secondo Azione – riguarda l’inclusione nel gruppo della senatrice Musolino senza la proposta cofirmata da Borghi e Gelmini esplicitamente prevista dallo statuto del gruppo; la seconda riguarda la mancanza dei 2/3 dei voti, anche considerando impropriamente la Senatrice Musolino, per deliberare un cambio di statuto. Le deliberazioni assunte oggi sono da considerarsi nulle e la senatrice Musolino non può in nessun modo
considerarsi parte del gruppo parlamentare Azione-Italia Viva – Renew. Il senatore Borghi è venuto meno ai suoi doveri di presidente del Gruppo, che in primo luogo prevedono il rispetto
dello Statuto. Agiremo conseguentemente in tutte le sedi preposte. Altri commenti su questa vicenda ridicola e caricaturale non sono necessari”.

Le procedure sono state assolutamente regolari e conformi afferma dal canto suo, Borghi – Gli assenti hanno sempre torto. Spiace che i colleghi di Azione non abbiano partecipato a un momento di confronto politico nella sede che sarebbe stata naturale per affrontare e dirimere le questioni, ma non posso che prenderne atto. E’ una loro decisione, noi andremo avanti nella costruzione di una lista del centro aperta a tutti coloro che sono aperti a questa impostazione. Se poi loro vogliono andare a zig-zag non si capisce bene dove? Auguri”.

“Essendo terminata ogni collaborazione tra Azione e Italia viva ti chiediamo di convocare il gruppo del Senato nel minor tempo possibile per prendere atto delle dichiarazioni del senatore Calenda e trarne le necessarie conseguenze politiche, statutarie e regolamentari“. Lo hanno chiesto, con una lettera, i senatori di Italia viva. La missiva è stata inviata al presidente del gruppo a Palazzo Madama, Enrico Borghi, sollecitandolo a convocare l’assemblea, che si svolgerà oggi.

Matteo Renzi
Matteo Renzi in conferenza stampa a Milano

Renzi: “Meglio finire questa telenovela che farci ridere dietro da mezza Italia”

“Oggi ufficializziamo la separazione delle strade con gli amici di Azione – aveva affermato Matteo Renzi sulla E-News – abbiamo provato fino all’ultimo a chiedere di fare la lista insieme e la risposta di Calenda è stata sprezzante. Ognuno ha il suo stile, noi non facciamo polemica. Dunque auguri a tutti e ognuno per la sua strada. Meglio finire questa telenovela che farci ridere dietro da mezza Italia. Io voglio fare politica, non vivere circondato da cavilli regolamentari e da rancori personali. I gruppi – annuncia – si chiameranno Italia Viva – Il Centro – Renew Europe“.

Alle elezioni faremo un grande risultato. Ne sono certo“, continua Renzi. “Dopo il congresso è il momento di ripartire. All’inizio di novembre formalizzeremo gli incarichi e le responsabilità come previsto dallo Statuto. Nel frattempo però voglio fare un tour in dieci città del Paese per invitare i nostri amici e non solo a volare alto e tornare alla politica. Che è la cosa che sappiamo fare – ha concluso – e che dobbiamo fare”.

Una scissione che era ormai più che scontata, specie alla luce delle parole del deputato di Italia
Viva, Francesco Bonifazi, che nei giorni scorsi aveva assicurato che “nessuno romperà il gruppo al Senato”, salvo poi aggiungere che i renziani, maggioranza con 7 eletti (Matteo Renzi, Raffaella Paita, Daniela Sbrollini, Ivan Scalfarotto, Silvia Fregolent, Enrico Borghi e Dafne Musolino, ultima arrivata da Sud chiama Nord), rispetto a 4 (Carlo Calenda, Maria Stella Gelmini, Francesco Lombardo e Giusy Versace), cambieranno infatti il nome del gruppo in “Italia viva – Il Centro – Renew Europe”.

Dafne Musolino entra in Italia Viva
Dafne Musolino ultima arrivata in Italia Viva

A Calenda e ai suoi fedelissimi non resterà che prendere i bagagli e andare altrove: gruppo Misto o Autonomie. La separazione sarà ufficializzata a breve anche alla Camera, dove però sono i renziani a non avere un numero di deputati necessari a renderli autonomi.

Proporremo di cambiare nome e di chiamare il gruppo Italia Viva – Il Centro – Renew Europe”, ha spiegato Bonifazi. “Se questo avverrà, gli amici di Azione faranno le loro scelte” e “se Calenda vuole andare da solo, vada da solo: nessuno può obbligarlo. E il 10 giugno vedremo i risultati delle elezioni” aveva ammonito il deputato di Iv. Tutte condizioni che hanno accelerato una rottura che era nell’aria già da tempo.

Paita: “Dividiamo i gruppi”

Arriva poi il commento di Calenda: “Renzi cambia nome? So’ ragazzi…”. E dalla coordinatrice nazionale di Italia Viva Raffaella Paita, l’addio: “I gruppi di Italia Viva e Azione prenderanno strade diverse. La decisione è politica – sottolinea – e non c’è nessun elemento economico in questa decisione, ma solo la valutazione politica. Calenda ha deciso di rompere il Terzo Polo e di dividere le strade elettorali. Di conseguenza i gruppi parlamentari saranno divisi. I residui finanziari del passato saranno divisi sulla base degli accordi firmati a inizio legislatura – conclude – che già disciplinavano la possibilità della divisione dei gruppi“.

Raffaela Paita
Raffaela Paita, coordinatrice nazionale di Italia Viva


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