Istruzione, Italia penultima tra i paesi dell’Ocse per gli stipendi dei docenti

Inoltre siamo sotto la media nella spesa pubblica per l'istruzione, abbiamo un gender gap altissimo con le donne laureate che guadagnano il 58% in meno degli uomini e un quinto dei giovani non ha il diploma

Redazione
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L’Ocse, nell’ultimo rapporto “Education at a Glance 2024”, ha messo a confronto gli stipendi degli insegnanti dei paesi membri dell’organizzazione e l’Italia si posiziona quasi sempre nei gradini più bassi delle classifiche in diverse voci.

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara difende il governo attuale replicando che i dati arrivano al 2022 e non comprendono gli aumenti fatti dall’esecutivo. Mentre la leader del Pd Elly Schlein accusa il governo di sottopagare gli insegnanti perché non credere nel futuro del paese.

Istruzione, il rapporto Ocse

Il rapporto mostra come l’Italia figuri penultima, per esempio, per l’aumento dei salari degli insegnanti di media inferiore nel periodo 2015-2023. Solo la Grecia è in una situazione peggiore rispetto alla nostra. In questi 8 anni l’inflazione ha eroso i contratti siglati, trasformando gli aumenti in un potere d’acquisto finale negativo pari a meno 5%. Gli altri paesi dell’Ocse hanno avuto in questo periodo di tempo una crescita media degli insegnanti pari al 28%, esclusa l’inflazione. La Lituania, per esempio, è riuscita a far crescere i salari scolastici al netto dell’inflazione del 70%. L’Italia invece li ha fatti diminuire del 5% e la Grecia del 9%.

Il coordinatore nazionale della Gilda Insegnanti Rino Di Meglio ha dichiarato, riguardo questi dati: “L’aumento previsto nel contratto del triennio 2022-2024, la cui trattativa ancora deve aprirsi, è basato su un aumento del 5,8% degli stipendi del comparto, per cui il 28% di media citato nel rapporto, di aumento delle retribuzioni degli insegnanti europei, per gli insegnanti italiani è solo un miraggio”.

Un altro dato da sottolineare per la situazione italiana è che siamo sotto la media per la spesa pubblica per l’istruzione, con un investimento del 4% del Pil rispetto al 4,9% dei paesi a sviluppo industriale avanzato. Ma l’Italia sale in 4 posizione nella classifica per gli stipendi dei dirigenti scolastici.

Altri dati negativi: abbiamo un quinto dei giovani senza diploma, un grandissimo gender gap con le donne laureate che guadagnano il 58% in meno rispetto ai coetanei uomini e i disinvestimenti sull’istruzione hanno prodotto un 53% di docenti over 50.

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, al question time al Senato, difende il governo attuale riguardo la situazione istruzione: “Invalsi mi ha confermato che i dati arrivano al 2022 e non comprendono gli aumenti fatti dal nostro esecutivo con il contratto 2019-2021”.

Le accuse della Schlein

In un’intervista a Repubblica Elly Schlein, leader del Pd, parla della situazione istruzione e afferma che la scuola e l’università saranno priorità assoluta del campo largo. Dice che l’Italia è divisa anche in questo, perché l’istruzione tra nord e sud non è gestita in modo equo, ma crea ulteriori disuguaglianze. Quindi il centrosinistra si batterà per una scuola pubblica e nazionale.

Istruzione, Elly Schlein
Istruzione, Elly Schlein

Riguardo agli stipendi degli insegnanti, Schlein afferma che è necessario pagarli meglio, perché “se è precaria la scuola, se è precaria la ricerca, è precario il futuro del paese. Questo governo non crede nel futuro del paese. Bisogna ridare ai docenti dignità sociale, è democrazia”.

Per la leader del Pd il governo attuale ha fatto due manovre dimenticandosi della scuola e del diritto allo studio. Le scelte della maggioranza criticate dalla democratica sono diverse come l’affidamento a un preside di più istituti, l’idea dell’autonomia scolastica e il caos del reclutamento degli insegnanti.

Schlein afferma che per contrastare il carovita scolastico, il campo largo propone di rendere gratuiti i libri di testo per tutti nelle scuole secondarie e di controllare l’andamento dei prezzi nell’editoria scolastica. Riferendosi al rapporto Ocse la cosa che la stupisce di più è il fatto che l’Italia sia indietro rispetto all’investimento complessivo sull’istruzione.

L’editoriale di della Loggia sull’istruzione

Sul Corriere della Sera l’editorialista Ernesto Galli della Loggia ha pubblicato una riflessione sull’importanza per il futuro dell’Italia di una rivoluzione nell’istruzione in ogni grado. Considerando il settore dell’istruzione come un ambito strategico, ritiene che il governo attuale lo stia trascurando e non valorizzando al meglio a causa di una “gabbia ideologica, delle molte regole sbagliate o invecchiate, di un’errata distribuzione dei poteri, di una mentalità superficialmente indulgente, della qualità troppo spesso insufficiente degli insegnanti”.

Afferma che non ci si rende conto che negli ultimi anni la scuola sta crescendo giovani senza una “vera qualificazione professionale” e “virtualmente dealfabetizzati, incapaci ad esempio di articolare per iscritto il pensiero più semplice”. In queste condizioni della Loggia non crede che riusciremo a superare le sfide del secolo.

Legato alla scuola c’è anche il tema degli immigrati, poiché l’editorialista ritiene fondamentale lo strumento scolastico per creare “nuovi italiani”, di cui l’Italia ha bisogno. Il governo deve per lui mettersi l’anima in pace e capire che solo un’adeguata istruzione scolastica e universitaria può permettere l’integrazione e la nazionalizzazione di coloro che saranno cittadini italiani del 2050. Si riferisce quindi allo ius scholae.

Per della Loggia l’Italia, che è un paese in declino dall’inizio del secolo, ha bisogno di “idee e progetti di vasto respiro che mutino realmente, in profondità, lo stato delle cose”, ma il governo attuale non “ha mostrato di volersi impegnare in qualcosa di grande che già cominci a prendere forma qui ed ora”. L’istruzione è l’ambito in cui potrebbe essere possibile costruire un grande progetto di rinascita nazionale.

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