L’ira di Schlein contro Conte: “Così aiuta la destra”

La segretaria ha accusato il leader del M5S di slealtà, dopo che questo ha rinunciato alle primarie a Bari con soli tre giorni di anticipo. La dem ha alzato il tiro e ricordato a Conte: "Noi abbiamo sempre lavorato all'unità, al contrario di altri. Chi non mantiene gli impegni presi, poi non lo fa con gli elettori"

Redazione
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A Bari serve un sindaco, eppure la ricerca di un nome che possa essere condiviso da tutto il centrosinistra non è mai sembrata così complessa. Giuseppe Conte è riuscito finalmente a far saltare ilCampo largo“, quell’alleanza, voluta da Elly Schlein, che alla fine dei conti non lo aveva mai convinto più di tanto. Stavolta, però, l’occasione giusta per rigirare la situazione a proprio vantaggio, gli è stata servita su un piatto d’argento dagli stessi democratici: lo scandalo della corruzione elettorale a Bari, avvenuta nel 2020 e nel 2021, ha creato danni piuttosto ingenti.

Una brutta situazione venuta alla luce, non solo a poche settimane dalle Amministrative, ma anche a pochi mesi dalle Europee. Il leader pentastellato ha colto al volo l’occasione ed ha annunciato il ritiro dei 5 Stelle dalle primarie in vista del voto. Una decisione che ha infuriato Elly Schlein, che ormai da mesi porta avanti la battaglia per l’unione del centrosinistra come alternativa al centrodestra.

Giuseppe Conte
Giuseppe Conte (M5S)

La dem ieri è atterrata a Bari, per parlare con i cittadini e soprattutto per rispondere pubblicamente alla decisione di Conte, cercando di guadagnare qualche punto agli occhi degli elettori e degli altri partiti interessati ad una coalizione. Schlein punta tutto sull’ipotetica slealtàdi Conte, che ha aspettato l’ultimo momento per tirarsi indietro. L’ex premier, però, non accetta l’accusa e ribatte: “Ci saranno conseguenze se non ritirano l’accusa di slealtà, non l’accetto e la rispedisco al mittente“.

Il comizio di Elly Schlein a Bari

La segretaria del Pd ha preso un aereo ed è volata a Bari, come previsto. Non preventivata invece l’apparizione di Schlein sul palco da sola, senza Conte, senza Decaro e senza Emiliano. Dopo il dietrofront del leader pentastellato, la dem non ha voluto rischiar. Il sindaco di Bari e il governatore della Puglia, al centro dei riflettori per la questione riguardante la possibilità di infiltrazioni mafiose nel Comune, sono quindi rimasti tra il pubblico.

Schlein è salita sul palco e, guardando negli occhi i cittadini, ha cominciato a prendersela con Conte. Mesi e mesi di cambi di idee, di ostruzionismo, di tentativi di distaccarsi, che ieri hanno fatto esplodere la dem. Quello che la segretaria non è proprio riuscita a digerire è stato il poco anticipo con cui Conte le ha rivelato la notizia. A soli tre giorni dalle primarie, Conte cambia idea e si tira indietro.

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Elly Schlein (Pd) e il candidato sindaco Vito Leccese

Io sono qui con voi perché a differenza di altri mantengo gli impegni presi, perché chi non lo fa poi non li mantiene con gli elettori” tuona critica Elly Schlein, tra gli appalusi dei presenti. “Mi dispiace per la decisione presa ieri da Conte – aggiunge – perché così aiuta la destra“, per poi lanciare il colpo finale: “Forse chi ha iniziato a far politica direttamente da Palazzo Chigi non ha dimestichezza con il lavoro e lo sforzo collettivo della comunità“.

Insomma, Elly Schlein non ha voluto trattenere nulla, sottolineando anche: “Noi abbiamo sempre lavorato all’unità, al contrario di altri, abbiamo proposto all’altro candidato di fare un passo indietro entrambi, ma la risposta è stata no forse anche da chi aveva già architettato la conferenza stampa“. Quando però la folla ha iniziato ad agitarsi ed insultare il leader 5 Stelle, Schlein ha voluto subito riportare l’ordine: “Il vero nemico è Giorgia Meloni“. Forse sia lei che Conte, dovrebbero ripeterselo un po’ più spesso.

L’ipotesi del terzo candidato

Mentre Schlein e Conte cercano di ritrovare l’equilibrio dopo l’ennesimo divorzio, il centrosinistra cerca di capire in che modo superare indenni le elezioni amministrative a Bari, magari portando a casa la vittoria. Si fa strada così l’ipotesi del terzo candidato, magari approvato sia dai dem che dai 5 Stelle. Un’idea che sostanzialmente ripropone le primarie, anche se non ufficiali, e ovviamente non convince nessuno dei due partiti.

Il Pd, però, mette le mani avanti, tramite il dem Francesco Boccia che sottolinea: “Quelli non lo vogliono“. Il M5S è infatti piuttosto vicino al suo candidato, Michele Laforgia, ma allo stesso tempo anche il Pd non sembra voler rinunciare al suo Vito Leccese. Nel mezzo il resto del centrosinistra che ha fatto la sua scelta. Quest’anno corrono separati anche Europa Verde e Sinistra italiana. Le due coalizioni, quindi, si preparano allo scontro, ormai sempre più consapevoli che la strada dell’unitarietà è solo una facciata.

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