Poco prima di mezzanotte, il Ddl Intercettazioni ha ricevuto il via libera della Camera. Il Disegno di Legge che pone un tetto temporale di 45 giorni alle attività di intercettazioni è stato approvato con 147 favorevoli, 67 contrari e un astenuto. Il testo, che ha come primo firmatario il Senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, era già stato varato in Senato lo scorso 9 ottobre.
Un solo articolo ma che impone una differenza sostanziale alle indagini, fissando un limite temporale degli ascolti a 45 giorni, prorogabili solo “nei casi in cui l’assoluta indispensabilità della operazioni per una durata superiore sia giustificata dall’emergere di elementi specifici e concreti” e tali elementi concreti devono essere “oggetto di espressa motivazione“.
Leggi Anche
Sono state però differenziati i casi in cui il Ddl sarà applicabile. Sono poche difatti le eccezioni che non vengono coperte dal tetto temporale, ovvero i reati di terrorismo e criminalità organizzata. All’interno della maggioranza si era discusso molto se far rientrare o meno nella tagliola dei 45 giorni i così detti “codice rosso“, ossia quei reati rilegati alla violenza contro le donne, ma si è deciso di lasciare il testo così com’è stato approvato in Senato. Si prevede però l’impegno del Governo a escludere dal tetto anche questo tipo di reato, ma verrà affrontato con un altro provvedimento.
Intercettazioni, le opposizioni: “Immunità ai delinquenti”
Non sono mancate le proteste da parte delle opposizioni e dai magistrati. “Si tratta di un errore gravissimo – commenta il capogruppo Pd in Commissione Giustizia, Federico Gianassi – perché si fa calare una mannaia senza precedenti sulle intercettazioni anche in caso di reati gravissimi come l’omicidio“. Dall’ala opposta, il viceministro alla Giustizia, Francesco Paolo Sisto, che difende il provvedimento spiegando che “non limita in alcun modo le necessità delle indagini” perché “le intercettazioni potranno essere regolarmente disposte, ma dovranno avere una motivazione rafforzata“.
Mentre, il deputato forzista, Enrico Costa afferma che si tratta di “una norma di civiltà giuridica“. Costa, inoltre, ha deciso di presentare un odg al testo affinché in caso di intercettazioni si accerti sempre e comunque la genuinità e la fonte delle voci così da comprendere se si tratti o meno di un prodotto generato dall’intelligenza artificiale.
Ma il Movimento 5 Stelle pone l’accento sul fantomatico “rispetto della privacy” ritenendola “una balla“. Si tratterebbe a detta di Valentina D’Orso, deputata pentastellata, di un paradosso visto che al Senato si sta portando avanti l’articolo 31 del ddl Sicurezza che consentirà “ai servizi segreti di schedare i cittadini“.
© Riproduzione riservata