Mancano poco più di due settimane all’insediamento ufficiale di Donald Trump alla Casa Bianca e la lista di ospiti internazionali che sicuramente parteciperanno all’evento è finora piuttosto scarna. Il tycoon, che di convenzionale possiede ben poco, ha infatti deciso di rivoluzionare anche questa cerimonia, oltre a prepararsi a quattro anni di governo che potrebbero rivelarsi sorprendenti. Il prossimo 20 gennaio, quindi, tra le fila dei presenti all’insediamento potremmo vedere anche qualche leader estero, invitato ufficialmente e personalmente dal miliardario.
Dopo il leader della Cina, Xi Jinping, Trump ha deciso di invitare anche il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, per cui nutrirebbe una certa curiosità, oltre al premier ungherese, Viktor Orban. Tutti e tre, però, non avrebbero ancora accettato ufficialmente l’invito. Solitamente, invece, a questa cerimonia prendono parte solamente gli ambasciatori dei consolati esteri negli Usa e non i capi di Stato.
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C’è però anche qualcuno che dalle fila politiche italiane starebbe riflettendo sulla possibilità di volare a Washington per essere presente all’insediamento. Tra questi, c’è l’ex generale e attuale eurodeputato Roberto Vannacci. “Se fosse possibile e impegni parlamentari permettendo, mi farebbe molto piacere esserci. Vedremo“, ha infatti dichiarato all’Ansa, sottolineando che non è sicuro che qualche altro collega della Lega stia organizzando un viaggio di gruppo.
“So che ci sono alcuni che a titolo individuale stanno pensando di andarci“, ha sostenuto l’ex generale, sottolineando che forse questo potrebbe essere un argomento di riflessione per la ripresa dell’attività parlamentare che si svolgerà la prossima settimana.
Insediamento Trump, l’incognita Giorgia Meloni
I dubbi maggiori, almeno in Italia, riguardano invece la scelta del Presidente del Consiglio. Giorgia Meloni è stata ufficialmente invitata da Trump nel corso del loro colloquio a Parigi, in occasione dell’inaugurazione della nuova cattedrale di Notre Dame. Da quel momento, Palazzo Chigi starebbe riflettendo serratamente sulle possibili conseguente che la presenza o l’assenza del premier a Washington potrebbe provocare.
Si tratta di un caso unico del suo genere e in quanto tale una riflessione accurata è d’obbligo. Innanzitutto, c’è la consapevolezza che un rifiuto potrebbe incrinare i rapporti faticosamente costruiti tra Italia e Usa, anche grazie alla mediazione effettuata dall’amicizia tra Meloni e il braccio destro di Trump, Elon Musk. Nel caso in cui, invece, Meloni accettasse, è possibile che un rapporto troppo serrato ed esclusivo con Trump possa rovinare i suoi rapporti con Palazzo Berlaymont.
Donald Trump è infatti un leader imprevedibile che, in poco tempo, potrebbe cambiare radicalmente le sue idee e le sue alleanze. Già in passato, il tycoon aveva definito l’Europa una vera e propria “avversaria” degli Usa, creando non pochi problemi diplomatici. La scelta del Presidente del Consiglio, dunque, non è delle più semplici. Inoltre, Palazzo Chigi deve gestire la decisione all’alba dell’incontro, stavolta certo, tra il premier e il presidente in carica Joe Biden, che volerà a Roma il prossimo 9 gennaio.
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