Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha inviato un messaggio all’Associazione nazionale lavoratori mutilati e invalidi del lavoro in occasione della 74esima giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. I dati che riguardano le vittime sul lavoro sono sempre più in crescita e mostrano l’urgente necessità di trovare soluzioni adeguate per arginare questa tendenza.
Incidenti sul lavoro, le parole di Mattarella
Il Capo dello Stato ha voluto ricordare le vittime degli incidenti sul lavoro con queste parole: “Nella giornata odierna l’Italia rivolge il pensiero alle persone che hanno perso la vita o subito infortuni e malattie a causa del proprio lavoro”. Per il presidente quella di oggi dovrebbe essere un’occasione per riflettere sulla questione, ricordare le vittime e promettere di impegnarsi per cambiare le cose. Per Mattarella la sicurezza sul lavoro è un punto prioritario della Repubblica italiana, e “ogni vita persa, ogni vita compromessa chiama un impegno corale per prevenire ulteriori perdite della salute e della dignità di chi lavora”.
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“Garantire condizioni di lavoro sicure significa rispettare la vita e il valore di ciascuna persona”, ha affermato, sottolineando che il lavoro è un luogo in cui si cresce e si compie un percorso di realizzazione personale, e non dovrebbe in alcun modo essere invece un luogo di pericolo. Infine Mattarella ha rinnovato la vicinanza della Repubblica “alle famiglie di quanti hanno perso un proprio caro a causa di incidenti sul lavoro” e ha espresso un sentito apprezzamento alle attività dell’Anmil, “che da decenni contribuisce a promuovere la cultura della sicurezza, dando voce alle vittime e fornendo sostegno alle loro famiglie in momenti di grande difficoltà”. Il Capo dello Stato ha concluso ribadendo che “lavoro e sicurezza sono diritti inscindibili”.
Le parole del Presidente Anmil e di Calderone
Anche il presidente nazionale dell’Anmil Emidio Deandri condivide l’urgenza di rendere prioritario questo tema, ma sottolinea il fatto che al momento “non riceve la giusta considerazione”. Dovrebbe essere una priorità perché si registrano quasi 3 morti al giorno sul luogo di lavoro e 5 decessi quotidiani per malattie professionali.
Per lui è giunto il momento di tutelare le vittime del lavoro, tutela che viene regolata da una normativa del 1965 e che “deve essere assolutamente rivista”, perché non si può rischiare che intere famiglie affrontino da sole “disabilità, dolore e difficoltà economiche all’indomani di un infortunio o per una malattia professionale”. Dietro gli incidenti non ci sono “casualità o eventi ineluttabili”, aggiunge Deandri, “ma piuttosto una mancanza di rispetto delle normative e della sottovalutazione del rischio in un ambito in cui è la crisi economica ad incidere e a spingere a non investire in prevenzione o a trascurare la formazione”.
La ministra del Lavoro Marina Calderone ha dichiarato che intervenire sulla sicurezza sul lavoro non significa contare i morti, “ogni vita umana persa sul lavoro è una sconfitta della società, è un punto di attenzione massima sul fatto che non abbiamo fatto abbastanza”. Ha dichiarato che in quanto ministro lavora con enti vigilanti, e con l’Inail “siamo in grado di gestire le azioni necessarie per investire sulla prevenzione e sulla formazione” e di lavorare per favorire “il cammino di riabilitazione dei lavoratori dopo un infortunio sul lavoro”.
Ha ribadito quindi la necessità di proteggere i lavoratori e di lavorare per “sostenere chi vuole riprendersi la sua vita caratterizzata dalla continuazione di una esperienza lavorativa”. Ha infine anticipato che “nella prossima finanziaria ci sarà spazio per misure a sostegno di chi ha subito infortuni”.
I dati preoccupanti
Da gennaio 2024 ci sono stati quasi 700 decessi sul luogo di lavoro in Italia, e comparando i dati degli anni precedenti si registra un aumento significativo di queste tragedie. Le tragiche vicende più note alla cronaca di questi ultimi mesi sono state la strage degli operai travolti dal treno a Brandizzo, l’esplosione della centrale di Bargi, il crollo dell’ipermercato di Firenze e la tragedia di Casteldaccia. Gli ultimi casi risalgono a 24 ore fa: un giovane di Vicenza è morto per essere stato schiacciato da un bancale di finestre, mentre un altro ragazzo è precipitato da un ponteggio a Brescia, rimanendo gravemente ferito.
Secondo gli ultimi dati forniti dall’Inail, gli uomini vengono più colpiti rispetto alle donne, ma i lavoratori stranieri sono quelli che soffrono di una incidenza crescente. I giovani tra i 15 e i 24 anni e gli ultrasessantenni sono particolarmente vulnerabili. I settori più colpiti sono le Costruzioni, le Attività Manifatturiere, i Trasporti e il Commercio.
Le denunce di infortunio presentate all’Inail nei primi sette mesi del 2024 sono 350.823, in aumento dell’1,7% rispetto alle 344.897 dello stesso periodo del 2023. Secondo i dati forniti dallo studio “Il lavoro che uccide” della Uil, nell’ultimo decennio sono morti annualmente quasi 1.200 persone sul lavoro e oltre il 65% degli infortuni mortali nel 2023 ha riguardato stranieri. La morte del bracciante Satnam Singh è stato il caso recente più celebre.
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