Ilva, Urso conferma: “Sarà venduta entro un anno, per ora 15 interessati”

"Lo Stato all'interno di Ilva non sembra portare fortuna" ha ammesso Urso con una nota ironica, spiegando però in parte le motivazioni della vendita

Redazione
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L’ex Ilva, ora Acciaierie dello Stato, dall’inizio del prossimo anno potrebbe avere un nuovo proprietario. Lo ha confermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, a margine dell’inaugurazione della Fiera del Levante a Bari, sottolineando come per il momento non sembrino esservi altre possibilità per rivalutare nuovamente l’impianto produttivo di Taranto. Secondo il ministro, infatti, un nuovo vertice esecutivo potrebbe rappresentare l’unica salvezza per l’ex Ilva, a fronte del quadro in cui al momento è inserita.

Lo Stato all’interno di Ilva non sembra portare fortuna” ha ammesso Urso con una nota ironica, spiegando però in parte le motivazioni della vendita. Tale decisione sembrerebbe rispondere anche alle richieste del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano, che ha sottolineato più volte la necessità per Acciaierie dello Stato di “ottenere un forte presidio all’interno della società e nelle sue attività da parte di Stato per evitare gli errori del passato“.

Secondo le parole del ministro, reduce da poco da una battaglia con l’Unione europea per la salvaguardia del settore dell’automotive, la vendita dovrebbe avvenire con tutta probabilità ad inizio 2025. Per ora, comunque non vi sarebbero certezze, anche se le parole di Urso non lasciano presagire altre strade da percorrere per lo Stato italiano. Adolfo Urso ha parlato di una “sfida difficile“, sottolineando che questa sarà affrontata solo grazie al “coraggio” del Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.

Ilva, i 15 player internazionali interessati

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha spiegato che le prospettive di vendita sono vicine nel tempo perché si sono mostrati interessati all’ex Ilva già15 player internazionali“, di cui tre sono interessati all’intero impianto produttivo, mentre gli altri 12 solo ad asset parziali. Urso ha quindi spiegato che in questo momento avrà inizio la fase data room“, ovvero le aziende interessate potranno richiedere set informativi riguardanti gli impianti di produzione, per poi a novembre presentare “un’offerta sostanziata da un significativo piano ambientale, di riconversione green dello stabilimento, piano industriale, produttivo e ovviamente anche occupazionale e sociale“.

Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy
Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy

A seguito di questa fase, però c’è la possibilità che nuovi interessati si facciano avanti, dando inizio quindi ad una vera e propria concorrenza. Alla luce di questa consapevolezza, il ministro Urso ha spiegato che “nell’arco di appena un anno potremo avere l’assegnazione a un altro grande player internazionale che ripristini le capacità competitive di quella che era l’Ilva di Taranto, o meglio, l’Ilva d’Italia“. Un piano colmo di speranze, a cui si affiancano le azioni per tutelare tutti coloro che collaborano con Acciaierie dello Stato.

È già partito il piano creditizio nei confronti delle imprese fornitrici di AdI: in appena sei mesi, stanno già ricevendo i crediti per le loro forniture, quando attendono ancora quelli derivanti dalla procedura di amministrazione  straordinaria di quasi dieci anni fa” ha spiegato il ministro, sostenendo che tale obiettivo è stato raggiunto dal governo Meloni e da pochi altri nel resto d’Europa.

Urso: “Grazie a noi è ripartita la fase produttiva

Il ministro delle Imprese e del Made in Italy ha quindi voluto sottolineare che l’attuale vendita è possibile in parte anche per gli sforzi operati dal governo Meloni. “Noi siamo intervenuti a fine di febbraio e in sei mesi i commissari, col nostro supporto e sotto le nostre indicazioni, sono stati nelle condizioni di riattivare il processo produttivo” ha infatti spiegato Urso, evidenziando come in questi mesi siano stati efficacemente riattivati l’altoforno quattro e l’altoforno due. Nel prossimo futuro, inoltre, è prevista la riapertura del terzo altoforno, che è “stato chiuso in maniera maldestra non  svuotandolo e quindi compromettendo una funzionalità“.

Quindi, secondo Urso questa prima fase di assestamento dell’impianto e di sistemazione degli altiforni, insieme all’inizio della gara per l’acquisto dell’intero impianto, o di parte di questo, ha permesso di dare inizio ad un’operazione di compravendita che potrebbe concludersi in tempi record.

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