Il tentativo (fallito) di La Russa di mediare, ancora niente accordo tra Renzi e Calenda

Renzi avrebbe rifiutato la proposta di La Russa di abbandonare il vecchio gruppo per formarne uno nuovo, per non rinunciare ai 300mila euro di fondi residui

Martina Onorati
3 Min di lettura

Nemmeno il presidente del Senato Ignazio la Russa, sceso in campo in veste di avvocato divorzista (lui che il mestiere dell’avvocato la fa da 50 anni), è riuscito a far trovare un’intesa tra Carlo Calenda e Matteo Renzi, sulla divisione dei gruppi. Niente. Come abbiamo già affermato qualche giorno fa, questo divorzio proprio non s’ha da fare.

E la ragione sembra essere quella che incendia tutte le separazioni di questo mondo: il denaro, fondamentale per far sì che i partiti funzionino, poiché un gruppo autonomo può avere un valore fino a 400mila euro, dai budget al numero di stanze, passando per le segreterie, gli addetti stampa, fino all’ultimo rimborso telefonico.

Matteo Renzi, leader di Italia Viva
Matteo Renzi è categorico, non intende uscire dal gruppo e costituire un nuovo gruppo

Ora però bisogna aggiungere un ulteriore tassello, quello che Matteo Renzi rivendica come una questione di principio: l’ex premier non intende uscire dal gruppo e costituirne uno nuovo, così come suggerito dal presidente del Senato tra le varie opzioni.

Il tentativo (fallito) di La Russa di trovare un accordo

Dunque, Ignazio La Russa, ieri, ha organizzato due colloqui (belli accesi), uno con il capogruppo di Italia Viva Enrico Borghi e l’altro con la rappresentate di Azione, Mariastella Gelmini, dove ha tentato di mediare, ma niente. Renzi ha rifiutato la proposta di La Russa di lasciare il gruppo, per fondarne uno nuovo, perché ciò vorrebbe dire che Italia Viva dovrebbe rinunciare a 300mila euro di fondi residui dalla scorsa legislatura di cui potrebbero usufruire solo in caso di “continuità” col gruppo precedente.
A oggi, Italia viva ha 7 senatori, mentre Calenda 4. Dunque per questo Renzi rivendica di avere piene facoltà di dettare la linea, rimuovendo Azione dal nome del gruppo: mossa definita illegittima dallo stesso Calenda.

La lettera di Italia Viva a Fontana

Attilio Fontana presidente della Camera
Attilio Fontana presidente della Camera

Nel frattempo Italia viva ha scritto una lettera anche al presidente della Camera Lorenzo Fontana comunicandogli l’intenzione di costituire un gruppo parlamentare a sè, con lo stesso nome di quello di Palazzo Madama.

Il gruppo di Calenda attualmente sarebbe in attesa di capire come evolverà la situazione. Se Fontana dovesse accogliere la richiesta è probabile che procederà allo stesso modo costituendo un gruppo a sè. Sia Italia Viva, sia Azione hanno comunque bisogno di una deroga, avendo la prima 9 e la seconda 12 deputati.

Carlo Calenda 1
Il gruppo di Calenda attualmente sarebbe in attesa di capire come evolverà la situazione

“Italia viva pensa che la telenovela debba finire e che i due partiti debbano avere la propria autonomia parlamentare nel rispetto dei regolamenti e dei precedenti – afferma Matteo Renzi – Calenda ha deciso di rompere e allora ognuno vada per la sua strada. Calenda vuole i soldi. Noi non cediamo perché abbiamo ragione”.

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