Il sacrificio di Talò dopo la telefonata fake a Meloni, ma di chi è la colpa?

L'annuncio l'ha dato la stessa premier nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, accusando l'ufficio di Talò di "superficialità che ha esposto la nazione"

Martina Onorati
4 Min di lettura

Le dimissioni per sedare l’imbarazzo. Il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Francesco Talò, ha lasciato l’incarico dopo la diffusione della telefonata tra Giorgia Meloni e un comico russo che si spacciava per il presidente della commissione dell’Unione africana.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni annuncia dimissioni Talò

L’annuncio l’ha dato la stessa premier nel corso della conferenza stampa al termine del Consiglio dei ministri, accusando l’ufficio di Talò di “superficialità che ha esposto la nazione“. L’ambasciatore, che ne giorni scorsi si era già preso le sue responsabilità, è stato elogiato da Meloni, “il suo è stato un gesto di grande responsabilità”.

La premier ha condannato Talò (non tanto per avergli passato al telefono un impostore), quanto per l’errore commesso nelle verifiche effettuate “in maniera poco seria” una volta terminata la chiamata.

Verso la fine della telefonata ho avuto un dubbio – chiarisce la presidente del consiglio – in particolar modo nel passaggio sul nazionalismo ucraino: è un tema che pone solo la propaganda russa”. Dunque Meloni avrebbe segnalato al suo ufficio diplomatico che qualcosa non tornasse”. Specie in un passaggio ben preciso. Quando l’Interlocutore le avrebbe chiesto di commentare la figura di Stefano Bandecchi di “eroe nazionalista ucraino e collaborazionista dei nazisti, incarnazione del male nella mitologia della resistenza sovietica (e oggi di Putin) contro Hitler“. Che interesse dovrebbe avere un leader africano a citare il sindaco di Terni?

Meloni, in preda a mille dubbi, ha iniziato poi ad indagare per conto proprio. Non vengono informati i responsabili dei servizi segreti, né tantomeno il Copasir, (ente che verifica che l’attività del Sistema di informazione per la sicurezza si svolga nel rispetto di Costituzione e leggi). Il dubbio era, se si trattasse di una burla, oppure di un episodio di guerra ibrida del Cremlino che mirava a screditare l’Occidente (e di conseguenza anche l’Italia).

Francesco Talò
Francesco Talò

La premier dice di avere degli indizzi, ovvero il fatto che sia stato rilanciato prima di tutti da canali organici alla propaganda russa, “qualche dubbio dovrebbe innescarlo” ha spiegato la premier, facendo riferimento alla partecipazione dei due attori russi a Otto e mezzo, il programma di approfondimento politico di Lili Gruber su La7.

Il vero motivo del sacrificio di Talò

Il sacrificio di Talò, che ha spiegato ad un amico: “Che altro potevo fare? La situazione era diventata insostenibile“, e forse di Lucia Pasqualini, responsabile dell’Africa dell’ufficio diplomatico, sembrerebbe essere un tentativo di mettere a tacere una polemica che continuava ad alimentare le ombre su un mese e mezzo di totale silenzio (dopo quella chiamata). Ma qual è il vero motivo dietro l’immolazione di Francesco Talò, l’accelerazione di Meloni e il siluramento lampo?

Chi è il colpevole e chi ha materialmente peccato di superficialità?

Dopo il gelo sull’ufficio diplomatico, la Farnesina ha ribaltato i sospetti su Patrizia Scurti, la collaboratrice di Giorgia Meloni, persona di grande fiducia per la premier, la quale in passato ha già avuto qualche screzio con i diplomatici, specie sulle organizzazioni delle missioni con i leader di altri Paesi. Dunque probabile che Meloni non permetta che il mistero si dilaghi anche su Scurti, ed ecco che il sacrificio di Talò diventa subitaneo.

Giorgia Meloni e Patrizia Scurti
Giorgia Meloni e Patrizia Scurti

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