Il fondatore del M5s difende chiede che i due mandati siano legge di Stato, per non diventare come «Giggino la cartelletta»
Il comico e fondatore del Movimento 5 stelle, Beppe Grillo, si sfoga in un video sul suo blog a proposito del doppio mandato: «I due mandati sono l’interpretazione della politica in un altro modo. I due mandati sono un antibiotico. Sia io che Casaleggio quando abbiamo fatto queste regole non le abbiamo fatte per avere dei titoli degli incarichi, ma perché ci vuole l’interpretazione della politica in un altro modo. La verità è che tutti questi sconvolgimenti dentro il nostro movimento, queste sparizioni da una parte all’altra, queste defezioni, sono causate da questa legge che è innaturale. C’è gente che fa questo lavoro, entra in politica per diventare poi una cartelletta: Giggino (Di Maio, ndr) la cartelletta adesso è di là che aspetta di archiviarsi in qualche ministero della Nato. E ha chiamato decine e decine di cartellette insieme a lui, e aspettano di essere archiviati a loro volta in qualche ministero. Questa legge dei due mandati deve diventare una legge di Stato».
Il doppio mandato di M5s: «Luce in queste tenebre»
Riguardo il proprio movimento, Grillo commenta con ironia: « Il Movimento c’è, non c’è, non lo so se è disintegrato, se è molecolare o quantico». E sempre in proposito della legge sui due mandati: «Noi non siamo riuscita a farla e mi sento colpevole anch’io. Però abbiamo di fronte una cosa straordinaria: sono tutti contro di noi. E noi dobbiamo reagire solo in un modo dicendo che abbiamo ragione: siamo un antibiotico. Se perdiamo questa visione della politica, perdiamo il baricentro politico di dove possiamo collocarci. Altro che il cuore del banchiere, io c’ho il cuore del ragioniere».
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