Governo, tensione riaccesa tra Forza Italia e Lega, sul tavolo legge di Bilancio e Cda Rai

Il governo Meloni deve placare le tensioni interne tra Tajani e Salvini, per poter affrontare senza ostacoli i temi caldi di settembre

Redazione
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In un momento in cui il governo si appresta ad affrontare dei dossier delicati come la legge di Bilancio e il rinnovo del Cda della Rai, si riaccendono le tensioni tra i vicepremier Antonio Tajani di FI e Matteo Salvini della Lega, soprattutto su argomenti come lo ius scholae e l’autonomia.

Tensioni al governo tra Matteo Salvini e Antonio Tajani
Tensioni al governo tra Matteo Salvini e Antonio Tajani

La Festa dei Giovani di FI

Nel weekend appena trascorso si è tenuta a Bellaria Igea Marina – Rimini – la festa per i giovani di Forza Italia, dove ha partecipato anche il leader del partito Antonio Tajani. Il vicepremier ha dichiarato: “Io sto cercando di allargare i confini del centrodestra cercando di diffondere le nostre idee e per essere credibili bisogna essere coerenti. I valori e gli ideali sono sempre gli stessi, cambia il modo di difendere quei valori, ma non cambia la sostanza”.

Tajani ha ribadito i tre temi dell’estate per cui il partito si è battuto, ovvero lo ius scholae, la situazione delle carceri e il Venezuela e ha parlato delle sfide dell’autunno: la manovra e le elezioni regionali in Umbria, Liguria e Emilia Romagna. “Dobbiamo mettercela tutta, dovrà essere la prima tappa per raggiungere il 20%, dobbiamo fare liste competitive e aprire le nostre porte ai movimenti civici” ha detto Tajani.

Governo in tensione: Lega contro Tajani

Ma le parole di Tajani non sono piaciute all’altro vicepremier, Matteo Salvini, e al suo partito, la Lega, soprattutto per quanto riguarda lo ius scholae e l’autonomia. Salvini ha infatti ribadito, insieme al vicesegretario Andrea Crippa, che la legge sulla cittadinanza deve restare così com’è. E il sottosegretario all’interno Nicola Molteni ha persino proposto di togliere la cittadinanza agli stranieri che delinquono dopo averla ottenuta.

FI ha replicato ripiantando i paletti sull’autonomia e annunciando a sorpresa l’adesione al gruppo di FI nel consiglio regionale della Sardegna di tutti i consiglieri del Partito sardo d’Azione (Psd’Az), che finora aveva un accordo organico con la Lega. 

I dossier del governo

Questa tensione tra i due vicepremier rischia di ostacolare il governo, già in difficoltà con la vicenda Sangiuliano. Questa, secondo alcuni sondaggi, avrebbe fatto perdere alla coalizione qualche punto sul gradimento dei cittadini. Il governo deve ora procedere con due dossier delicati come la legge di Bilancio e il rinnovo del Cda della Rai.

È soprattutto quest’ultimo dossier a impensierire il governo: tutto è ancora da definire e potrebbe comportare uno slittamento delle sedute di Senato e Camera programmate per il 12 settembre per la nomina dei 4 componenti del Cda. L’ostacolo principale è l’opposizione, i cui voti servono per raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi in commissione di Vigilanza per la nomina del presidente.

Il centrosinistra non concorda sull’indicazione per la presidenza di Simona Agnes e il 6 agosto ha approvato un documento comune in cui specifica di concedere il dialogo solo se la maggioranza si impegnerà per un approccio bipartisan nell’approvazione della legge sulla governance della Rai, imposta dal Media freedom Act dell’Ue. Solo con questo impegno le opposizioni sarebbero disposte a votare un presidente di garanzia. Intanto Meloni ha convinto Salvini a rinunciare alla richiesta di un direttore generale, mettendo sul piatto alcuni posti da capostruttura, ad esempio per cultura e cinema. Questi equilibri possono però essere compromessi proprio dalla tensione nel governo tra FI e Lega.

Riguardo la legge di Bilancio, il ministro Giorgetti deve presentare a Bruxelles entro il 20 settembre il Piano strutturale di bilancio (Psb). E almeno in questo caso le misure da inserire rendono compatto il centrodestra, come la conferma del taglio del cuneo fiscale per il 2025, la riduzione delle aliquote Irpef a tre, o l’estensione alle lavoratrici autonome delle decontribuzioni per le madri. Ma a queste si aggiungono le richieste di FI e Lega, a causa della limitatezza delle risorse. Riguardo le pensioni, per esempio, Salvini chiede l’allargamento delle maglie dei prepensionamenti (es. con quota 41), mentre FI vuole un ulteriore intervento sulle minime, per compiere un altro avvicinamento alla soglia dei 1.000 euro.

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