Meloni corteggia i costruttori cinesi: scontro nella maggioranza sulle auto elettriche

Il governo Meloni non voleva avvantaggiare la Cina nel settore eppure ora lavora alla ricerca di investitori per sostituire Stellantis, ma non ha ancora concluso nessun accordo

Redazione
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L’esecutivo di Giorgia Meloni ha intenzione di attirare costruttori cinesi di automobili per aprire un impianto di produzione in Italia. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy sta prendendo i contatti con i possibili interlocutori, ma la ricerca non ha ancora prodotto risultati. Come rivelato da Bloomberg, il governo si era rivolto alla casa automobilistica cinese Byd, con l’obiettivo di concludere un accordo di investimento: la precedenza è stata data all’Ungheria.

Governo Meloni, rilanciare stabilimenti italiani grazie a investimenti cinesi

La Byd aprirà il suo primo stabilimento europeo in Ungheria, insomma ad oggi il partner di Pechino è Orban e non la Meloni. Si ricordi che il colosso cinese delle auto elettriche nell’ultimo trimestre 2023 ha superato le vendite di Tesla e ha venduto tre milioni di auto e ora guarda all’Europa. Infatti una seconda apertura in Europa è possibile ma “dipende dalle vendite” secondo quanto afferma l’amministratore delegato di Byd Europe, Micheal Shu in un’intervista a Bloomberg. Il governo ha contattato anche le industrie Chery e Saic, che avevano mostrato interesse per l’Italia, ma non è stato concluso ancora nessun accordo.

Lo scopo sarebbe quello di reindustrializzare gli stabilimenti dismessi presenti nel Sud e nel Nord Italia attraverso una serie di incentivi messi sul piatto da Meloni e Urso per bilanciare il disimpegno di Stellantis. Per sviluppare la filiera automobilistica nazionale e incoraggiare l’insediamento in Italia del nuovo produttore cinese, il governo Meloni ha elaborato un programma che dispone di risorse per circa 6 miliardi.

Governo Meloni, sugli investimenti cinesi uno strano cambio di prospettive

Eppure fino a non molto tempo fa Meloni si diceva apertamente contraria alla transizione verso l’elettrico: lo ha ricordato il vicepremier Matteo Salvini che ieri ha sottolineato che la linea di pensiero del centrodestra è incompatibile con al transizione verso le auto elettriche perché questo avrebbe avvantaggiato la Cina e gli avrebbe consegnato il mercato italiano in mano. Ma allora cosa è cambiato nella visione del governo? “Abbiamo radicalmente cambiato il Regolamento Euro 7 realizzando a sorpresa una nuova maggioranza in Europa, rimuovendo così l’ostacolo principale alla competitività delle case automobilistiche europee” ha spiegato a Il Foglio il ministro Urso.

Probabilmente questo gesto è la prima azione manifesta di un’intenzione celata ma presente ovvero quella di continuare a mantenere rapporti economici con il paese del Dragone, aggirando o affossando i regolamenti Ue che puniscono gli scambi ad alto impatto ambientale e frutto di pratiche anticoncorrenziali.

Scontro nella maggioranza

La scelta di Meloni di corteggiare i costruttori cinesi ha aperto uno scontro nella maggioranza. Fratelli d’Italia è favorevole all’attrazione di investimenti cinesi, mentre la Lega è più cauta. Salvini ha infatti ricordato che la linea del centrodestra è sempre stata quella di difendere l’industria automobilistica italiana e di non favorire la concorrenza cinese. La partita è ancora aperta e il futuro della politica industriale italiana è incerto.

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