Le prime grane di Giuli: dal G7 al cinema, il neo ministro pronto per le nuove sfide

Alessandro Giuli si insedierà oggi al Ministero della Cultura, dove dovrà mettersi subito al lavoro per concludere l'organizzazione del G7 che avrà inizio tra 10 giorni e per risolvere le nomine del nuovo direttore del Maxxi e della Commissione cinema

Redazione
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Alessandro Giuli è il nuovo ministro della Giustizia da tre giorni, ovvero da quando il suo predecessore, Gennaro Sangiuliano, ha deciso di presentare le sue dimissioni irrevocabili al Presidente del Consiglio, a meno di due settimane dall’inizio del G7 Cultura a Pompei. L’ex direttore del Maxxi si insedierà oggi stesso al ministero, dove sarà travolto da un’ondata di doveri da compiere con una certa urgenza, affinché il ministero non subisca le conseguenze delle azioni dell’ex ministro.

Giuli è consapevole dell’onore e dell’onere che rappresenta il suo nuovo ruolo all’interno del governo e sa anche che, almeno per questa prima fase, il suo lavoro sarà sotto attento scrutinio. Non sono più concessi errori, lo ha dichiarato la stessa Giorgia Meloni di fronte agli esponenti di Fratelli d’Italia, perché la tenuta del governo è al momento la priorità assoluta. Giuli si appresta quindi a vestire i panni lasciati da Gennaro Sangiuliano, nella speranza di fare meglio e anche di giungere senza troppe problematiche al 2027, anno di fine per la legislatura minori.

Affinché questo accada, però, il neo-ministro dovrà affrontare con un certo coraggio le sfide che lo attendono. In primis l’organizzazione del G7 Cultura, dove Giuli si presenterà ai suoi omologhi dei Group of 7, lo spinoso problema delle nomine al Maxxi, da lui diretto fino a pochi giorni fa, e quelle alla Commissione cinema, ovvero il tavolo di lavoro che deciderà quali saranno i film meritevoli di ottenere contributi pubblici “selettivi” del Tax credit.

Giuli e il nodo del G7 Cultura

Il ministro neoeletto si trova tra le mani un problema piuttosto gravoso. Mancano circa 10 giorni all’inizio del G7 Cultura, che dovrebbe svolgersi tra Napoli e Pompei, eppure manca ancora un programma definitivo e mancano le certezze sul fattore sicurezza, messo in dubbio proprio dalle dichiarazioni e dai documenti mostrati dall’imprenditrice legata all’ex ministro Sangiuliano, Maria Rosaria Boccia. Proprio le influenze della donna potrebbero far saltare una delle tappe dell’evento, quella prevista nella sua città Natale.

Ciò che avverrà nella tre giorni è infatti stato deciso a grandi linee. I 7 inizieranno la loro esperienza con l’avvio dei lavori al Museo archeologico di Napoli, per poi passare la mattina dopo a Palazzo Reale. La sera del secondo giorno sarebbe prevista una visita agli scavi di Pompei e infine la conclusione del vertice per il 21 settembre. Mancano i dettagli, che dovranno essere decisi dal nuovo ministro Giuli. Oltre a questo, però, vi sarebbero due questioni cruciali su cui lavorare con attenzione.

Da un lato c’è la visita stessa a Pompei che potrebbe essere sostituita con un altro evento, magari a Napoli, proprio per le questioni di sicurezza fatte nascere dal caso Boccia, la quale avrebbe sostenuto che la visita con Sangiuliano alla sua città natale lo scorso 3 giugno fosse proprio motivata dal G7 Cultura. Dall’altro c’è la questione Beatrice Venezi, la direttrice d’orchestra e consulente per la musica scelta da Sangiuliano, accusata da Boccia di rappresentare con la sua nomina un conflitto di interessi.

Le nomine per il Maxxi e la Commissione cinema

L’elezione di Alessandro Giuli a capo del Ministero della Cultura ha lasciato scoperta la direzione del Museo delle Arti del XXI secolo, su cui ora dovrà essere presa una decisione proprio dallo stesso neo ministro. Anche per quanto riguarda questa scelta, le grande per Giuli non sono poche. Solitamente, la direzione del Maxxi viene assunta dal membro più anziano del Cda, che in questo caso sarebbe Raffaella Docimo, la quale però potrebbe fare un passo indietro a causa di un legame che la collega al caso Sangiuliano-Boccia.

Sembrerebbe, infatti, che sia stata proprio Docimo a far incontrare l’ex ministro e l’imprenditrice di Pompei durante una sua iniziativa elettorale. Nel caso in cui Docimo decidesse di non accettare il posto, allora sembrerebbe che Giuli stia riflettendo sul nome di Emanuela Bruni, consigliera della fondazione, o addirittura su quelli di Vittorio Sgarbi, Umberto Croppi, Marina Valensise, Luca Beatrice o Giampaolo Rossi, in corsa anche per il ruolo di amministratore delegato Rai.

A Giuli, inoltre, spetta anche la nomina dei commissari del Cinema che dovranno occuparsi di decidere a quali film nostrani permettere di ricevere finanziamenti pubblici. Questa sarebbe la diretta conseguenza della contestata decisione di Sangiuliano, l’ultima prima delle dimissioni, che ha provocato non poche proteste negli ambiti cinematografici. Giuli potrebbe porre fine al decreto, anche se questo atto sarebbe poco ortodosso poiché solitamente accade il contrario.

Il neo ministro, quindi, starebbe riflettendo sul da farsi, nella speranza che qualsiasi decisione venga presa questa non crei il caos nel settore del cinema. I professionisti del comparto sarebbero già in allarme, perché vorrebbero essere almeno presi in considerazione per la scelta dei nuovi commissari.

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