Dalla motosega di Milei alle visioni di Musk: la strategia politica di Meloni in evoluzione

Meloni tra l’America di Trump e l’Europa di Von der Leyen: alleanze e contraddizioni

Redazione
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Sabato scorso, la premier Giorgia Meloni è volata rapidamente a Parigi per incontrare Donald Trump e rivedere Elon Musk. Questi appuntamenti rientrano nelle cosiddette “photo opportunity”, occasioni per farsi fotografare accanto a figure di spicco. Tuttavia, come sottolinea Stefano Folli, c’è di più dietro questa serie di incontri, specialmente se collegata agli eventi di Roma, dove il Circo Massimo ha accolto il presidente argentino Javier Milei durante la festa di Fratelli d’Italia, Atreju.

La presenza di Milei, soprannominato “l’uomo della motosega” per il suo approccio radicale nel tagliare la spesa pubblica, va oltre una semplice foto. L’evento assume un significato politico preciso: Milei è volato dall’altra parte del mondo per partecipare a un evento di partito. In pochi giorni, Meloni ha stretto la mano a tre figure simbolo di un’agenda ultraliberista: Trump, Musk e Milei, promotori di un ridotto intervento dello Stato.

Meloni e il liberismo: una connessione improbabile?

Sorge spontanea una domanda: Meloni sta abbracciando questa visione liberista? Il giornalista di Repubblica invita a dubitarne. Fratelli d’Italia ha radici in una tradizione statalista e, finora, il governo di centrodestra non ha dato segnali di voler abbracciare una rivoluzione liberista, neppure in ambito fiscale. La critica alla spesa pubblica e agli sprechi, come quelli legati ai superbonus edilizi, può derivare dalla Destra storica italiana, senza bisogno di ispirarsi a Musk o Milei.

Il messaggio degli incontri

Qual è, quindi, il significato di questi incontri? Sarà forse che Meloni puntando a inviare messaggi simbolici sia all’Italia che all’estero vuole mostrare che la destra può essere una valida alternativa alla sinistra. Con Trump cerca di allinearsi a un conservatorismo moderno, con Musk esplora l’idea di rompere con le tradizioni, e da Milei prende spunto per sottolineare successi parziali nonostante lo scetticismo generale.

Tuttavia, l’Italia non adotterà politiche così radicali: il contesto economico e politico italiano non lo consente. Meloni sembra piuttosto indicare che, in un mondo ideale, potrebbe apprezzare queste idee, ma resta un messaggio ambiguo più che un programma concreto.

Una strategia complessa

Questi incontri hanno anche un obiettivo politico immediato. Meloni vuole costruire un buon rapporto con Trump, che preferisce trattare con singoli leader europei piuttosto che con istituzioni multilaterali. Tuttavia, questo potrebbe entrare in conflitto con la sua strategia europea, basata sulla collaborazione con la Commissione Von der Leyen, essenziale per l’Italia, soprattutto dopo l’ottenimento della vicepresidenza esecutiva per Raffaele Fitto.

In conclusione, Meloni cerca di bilanciare simbolismo e pragmatismo. Gli incontri con Trump, Musk e Milei servono più a consolidare la sua immagine politica che a influenzare le scelte del governo. È un gioco delicato, che riflette le contraddizioni di una strategia ancora in divenire.

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