Il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti ha sfruttato l’occasione della Festa della Lega Romagna a Cervia per chiarire alcuni punti rimasti oscuri riguardanti la situazione finanziaria italiana e i passi che il Mef sta compiendo per tenere sotto controllo la situazione e possibilmente migliorarla. Il ministro da mesi è ormai perentorio: i soldi non sono abbastanza per tutto e il governo deve scendere a patti con questa realtà. La certezza, però, almeno secondo le parole di Giorgetti, è che sul tavolo del Ministero non vi sono carte che prevedono la tassazione degli extraprofitti, come vociferato in questi giorni.
“Non sono abituato a lavorare curando i gossip vari” ha dichiarato stizzito Giorgetti, per poi confessare che “non c’è niente di extraprofitti da tassare” perché “tassiamo i profitti“. Il ministro ha quindi sostenuto che il governo è al lavoro sulla prossima manovra di bilancio e che domani sono previsti incontri con diversi ministri per dare risposte “agli ordini di priorità che cercheremo di rispettare“. Per il resto, le voci di corridoio rimangono tali ma allo stesso tempo “impattano sull’economia” e secondo Giorgetti “è francamente incredibile come questo possa avvenire“.
Leggi Anche
Il ministro del Mef ha poi risposto ad alcune domande riguardanti l’andamento delle borse a seguito del “lunedì nero“, sul concordato preventivo e sulla possibile privatizzazione di Poste Italiane. Tutte risposte brevi che non entrano nello specifico delle questioni ma che rivelano particolari utili a comprendere in che direzione si stia muovendo il ministero dell’Economia e delle Finanze.
Giorgetti: “Non vogliamo strizzare l’occhio agli evasori”
Un altro tema delicato di cui deve occuparsi il ministro Giorgetti è quello del “concordato preventivo“, ovvero una delle principali novità della Legge delega della riforma fiscale che si pone l’obiettivo di rendere più semplice il processo dell’adempimento spontaneo dei contribuenti di minori dimensioni. Una riforma che secondo le opposizioni rischia di aumentare i rischi dell’evasione fiscale invece di diminuirla, poiché l’Agenzia delle Entrate elaborerà la proposta del concordato basandosi sui dati dichiarati dal contribuente stesso.
Sulla questione, però, Giancarlo Giorgetti non nutre dubbi: “Noi vogliamo rendere il prelievo fiscale più semplice possibile. Con il concordato preventivo a tutti chiederemo di adeguarsi. Se qualcuno persiste nella volontà di fare il furbo sarà più semplice scoprire quelli“. Il ministro sostiene che la riforma non ha lo scopo di “strizzare l’occhio agli evasori“, ma al contrario si tratta del “Disegno che va verso la compliance fiscale“.
Giorgetti, poi, non ha resistito ed ha voluto sottolineare nuovamente la situazione disastrosa che si è trovato a gestire una volta eletto. “Ho trovato soltanto debiti, non tesori. Non si chiama più ministero del Tesoro perché tesoro non ce n’è“. Il ministro si è comunque detto soddisfatto del lavoro svolto finora, sottolineando che “con due anni di lavoro abbiamo sfatato le previsioni avverse dei gufi“. Per questo il lavoro del ministero proseguirà su questa linea, visto che “senza fare i fanfaroni i risultati arrivano“.
Giorgetti: “Nei mercati possono sempre esserci sorprese“
Il ministro Giorgetti ha commentato il “lunedì nero” delle borse mondiali, che ha visto le conseguenze della probabile guerra in Medio Oriente infrangersi nelle economie di quasi tutto il globo. “Come spesso accade, da Oriente e Occidente arrivano folate che impattano sui mercati. Ci sono stati problemi a Est e i mercati pagano l’euforia che c’è stata nei mesi scorsi” ha dichiarato il ministro, sostenendo che in tutti i mercati possono nascondersi sempre delle sorprese.
Per quanto riguarda la privatizzazione di Poste Italiane, Giorgetti ha ribadito che l’intenzione è quella di “non scendere sotto il 51% di Poste, perché fa profitti, fa utili ma ha un ruolo sociale” e quindi “la presenza dello Stato deve continuare a esserci ma in modo manageriale“.
© Riproduzione riservata