Giorgetti tra rottamazioni e caro bollette lancia allarme su dazi Usa: “Preoccupano le nuove dinamiche”

Nel corso del Question Time al Senato, il ministro del Mef ha riconosciuto la necessità di un provvedimento ad hoc per il caro bollette, ricordando però quanto fatto dal governo Meloni per aiutare gli italiani; sulla rottamazione, il ministro ha sostenuto di "lavorare sempre sulle coperture", mentre sui dazi Usa ha dichiarato di nutrire qualche "preoccupazione"

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Il Question Time al Senato del ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, si è aperto con un intervento del leader di Italia Viva, Matteo Renzi, che ha criticato l’operato del governo e del Mef, sostenendo che potrebbe portare l’Italia ad una situazione simile a quella del “Southampton, ultimo in classifica in premier league“.

L’ex premier ha infatti esortato l’esecutivo a darsi una scossa“, perché non è abbastanza preoccuparsi solo dei problemi dei mercati finanziari dimenticando però quelli della “povera gente“. In questo senso, il senatore ha sottolineato che la produzione italiana è in negativo da 23 mesi e che gli stipendi continuano a non aumentare, al contrario “delle multe, delle bollette e delle sigarette“.

Renzi si è quindi rivolto direttamente a Giorgetti, chiedendogli quali siano le idee concrete per sbloccare la crescita dell’economia nel 2025 e se esistano già delle proposte sull’abbassamento delle tasse del ceto medio. Il ministro del Mef ha quindi preso la parola, ricordando che in realtà la situazione del Southampton non ricorda l’attualità del Paese, ma il quadro da cui è uscita proprio grazie alle azioni del governo Meloni: “I risultati in termini di spread e fiducia lo testimoniano quotidianamente“.

Per quanto riguarda, poi, la questione “bollette”, Giorgetti ha sostenuto che l’andamento dei prezzi dell’energia non dipende dall’operato del governo ma “da fattori totalmente estranei e talvolta speculativi, su cui però l’attenzione del governo è massima“. Anche per questo, ricorda il ministro, è necessario mettere in atto una riflessione “su ciò che ha significato il passaggio al libero mercato degli utenti del mercato elettrico“. In ogni caso, il titolare del Mef ha sottolineato che nelle prossime settimane si renderà necessario lavorare ad un provvedimento che abbia proprio al centro le dinamiche dei prezzi energetici.

Proprio il loro innalzamento, che Assoutenti stima come del 21% in più rispetto allo scorso anno, rischia infatti di vanificare gli sforzi compiuti dal nostro Paese per contenere l’inflazione, tornata vicina all’1% dopo i picchi del 12% a seguito della crisi energetica. Giorgetti, però, preferisce spostare l’attenzione su quanto messo in atto dal governo, ovvero la conferma del taglio del cuneo fiscale e del contributivo, oltre alle attività che avrebbero permesso di rafforzare il potere di acquisto degli italiani.

Il timore dei dazi di Trump

Giorgetti, cercando sempre di rispondere all’attacco di Renzi, sottolinea che la crescita ferma dell’economia italiana è dovuta anche al peggioramento della crescita globale. Un’affermazione che, dal suo punto di vista, sarebbe confermata anche dalla recessione che da due anni interessa la Germania, da sempre considerata moto industriale ed economico d’Europa.

Proprio la situazione europea, però, presto potrebbe trovarsi a combattere un nuovo ostacolo, che rischia di peggiorare drasticamente la situazione. Donald Trump ha infatti promesso un innalzamento dei dazi anche nei confronti dell’export Ue. Come confermato dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, gli Usa sono la prima destinazione extra europea dell’esportazioni italiane di beni e servizi.

Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, aumento ministri
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, aumento ministri

Non nascondo che ci sono anche elementi di preoccupazioni di fronte alle nuove dinamiche che ha assunto l’amministrazione Usa“, ha quindi dichiarato il ministro, ricordando che i timori accrescono davanti alle “risposte o non risposte” di Bruxelles. Giorgetti ha però anche voluto rassicurare gli animi dei presenti, ricordando l’esistenza di opportunità che l’Italia potrebbe esserein grado di interpretare“, soprattutto alla luce del nuovo standing di tipo internazionale che il nostro Paese si è guadagnato.

Giorgetti e il nodo della rottamazione

Lasciando l’Aula del Senato alla fine del Question Time, Giorgetti è stato incalzato sul tema della rottamazione. Le continue richieste della Lega su questo fronte e la riapertura dei termini della rottamazione quater anche per i pagatori decaduti, hanno infatti riportato in auge il tema della possibile decisione di aprire ad una rottmazione quinquies. La possibilità era stata infatti presentata dal leader della Lega, Matteo Salvini, che ha proposto un piano in dieci anni da 120 rate di eguale valore.

Se questa mattina avevano iniziato a farsi strada voci che vedevano il ministro favorevole ad un’apertura su questo fronte, fino ad ora non sono ancora giunte conferme decise. Anche in occasione del Question Time, quindi, Giorgetti ha deciso di non dare una risposta precisa. “Lavoro sempre sulle coperture, di ogni tipo, perché purtroppo il lavoro del Mef è su tutte le coperture“, ha quindi concluso Giorgetti, evitando ulteriori confronti.

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