Da Gentiloni a Prodi, i centristi rilanciano l’alternativa: “Zitti troppo a lungo, la democrazia è partecipare”

Se a Milano Delrio nega la nascita di nuove correnti, descrivendo il movimento come una "sorgente di pensiero", a Orvieto l'incontro si apre proprio con le parole di Claudia Mancina, parte della presidenza di Libertà Eguale e della direzione del Pd: "Non intendiamo essere una corrente di partito, ma un luogo di raccolta e di discussione per tutti i riformisti"

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Nel giorno dell’anniversario della fine della Democrazia Cristiana, a Orvieto si sono riuniti gli esponenti dell’associazione Libertà Eguale, una corrente ormai storica della destra del Partito democratico, impegnata in una due giorni incentrata sul tema “Idee per una sinistra di governo“, sotto la guida del costituzionalista Stefano Ceccanti e dell’ex parlamentare Enrico Morando. Ospiti d’onore, Paolo Gentiloni, ex commissario europeo e già Presidente del Consiglio. La kermesse politica si tiene ogni anno, ma in questo 2025 ha assunto un’aura diversa, a causa dell‘incontro, in contemporanea a Milano, dei cattolici democratici, guidati dal senatore Graziano Delrio, da Pierluigi Castagnetti, Silvia Costa e Stefano Lepri.

Commissario dell'Ue Paolo Gentiloni
L’ex commissario dell’Ue, Paolo Gentiloni

Il monito sui due eventi, a cui non sono stati invitati leader politici, lo ha lanciato Matteo Renzi qualche giorno fa, sostenendo: “Vedo in atto i soliti giochini delle correnti Pd per fare le scarpe alla Schlein“. Non solo, perché sul caso è intervenuta anche Rosy Bindi, invitando Schlein ad aprire un dialogo all’interno di una costituente, proprio per “evitare che si formino aggregazioni di potere che magari strumentalizzino le culture ma hanno altri fini“.

Se a Milano Delrio nega la nascita di nuove correnti, descrivendo il movimento come una “sorgente di pensiero“, a Orvieto l’incontro si apre proprio con le parole di Claudia Mancina, parte della presidenza di Libertà Eguale e della direzione del Pd: “Non intendiamo essere una corrente di partito, ma un luogo di raccolta e di discussione per tutti i riformisti“.

Al centro delle due kermesse, in particolare quella di Orvieto, c’è la necessità di far ripartire un dialogo, sia interno al centrosinistra sia all’interno della stessa vita politica italiana. “Bisognerebbe fare le riforme costituzionali insieme, qui, invece, c’è un clima di incomunicabilità che non si giustificherebbe col merito“, ha infatti spiegato Stefano Ceccanti, trattando delle tre grandi riforme che il governo Meloni continua a perseguire.

Orivieto, Ceccanti: “Le riforme vanno fatte bene

A margine dell’incontro a Orvieto, il vicepresidente di Libertà Eguale, Stefano Ceccanti, ha affrontato le tre macro aree che riguardano le riforme del Premierato, dell’Autonomia e della Giustizia. Proprio sul tema della separazione delle carriere, il costituzionalista ha sottolineato come alla base del provvedimento vi sia un “principio giusto“, ma come il problema riguardi “il sorteggio che riduce la forza degli organi rappresentativi“. In questo senso, la soluzione potrebbe essere individuata un confronto tra le diverse forze politiche, che rispetti la “logica dell’articolo 138 della Costituzione“.

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Il costituzionalista ed ex deputato del Pd, Stefano Ceccanti

Sull’Autonomia, quindi, vige un discorso simile, in quanto è possibile rispettare le richieste della Corte Costituzionale, ovvero la creazione di una riforma che sia più rispettosa del parlamento e che abbia al suo interno una corretta delega per i livelli essenziali delle prestazioni (Lep). “Si tratta della riforma più urgente ma anche della più semplice“, ha poi spiegato Ceccanti, in quanto si tratta di agire solamente sulla legge ordinaria, poiché già presente il testo costituzionale voluto dal centrosinistra nel 2001.

Sul Premierato, invece, la questione si fa più complessa. Il vicepresidente ha infatti dichiarato che tale riforma è urgente, ma solamente se come “congegnato nella tesi 1 dell’Ulivo e nel testo Salvi“, ovvero con il candidato premier che “va sulla scheda accanto ai candidati nei collegi uninominali, non è eletto separatamente, si votano i candidati nei collegi uninominali e di rimbalzo questo porta a legittimare  direttamente un premier“.

Orvieto, Morando: “Una proposta credibile di alternativa oggi non c’è

Si tratta di una giornata importante per i riformisti italiani di centrosinistra“, ha dichiarato il detto il presidente di Libertà Eguale, Enrico Morando, sottolineando come quest’anno il convegno voglia creare una piattaforma per “una proposta credibile di alternativa di governo al centrodestra“, in quanto questa al momento non esisterebbe ancora. Nel Pd, infatti, si vedrebbero risultati rincuoranti, ma sul punto della maturità di governo c’è ancora “un deficit molto serio da recuperare“. Serve, quindi, un lavoro coordinato che si concentri sui grandi temi e che risolva le incomprensioni.

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Il presidente di Libertà Eguale, Enrico Morando

Non si ragiona, però, con l’intento di creare un nuovo soggetto politico nel centrosinistra ma per avere nella coalizione “un grande partito a vocazione maggioritaria che faccia da perno“. Un pensiero che è condiviso anche da Raffaella Paita, di Italia Viva, che ha ricordato come questo evento sia necessario per “riannodare i rapporti tra i riformisti“, e soprattutto per preparare il centrosinistra ad essere “alternativo e competitivo con il centrodestra“. Il deputato del Pd, Piero De Luca, ha invece esortato tutti a ricordare come il Pd debba rimanere “un impianto plurale“, ovvero mantenere al suo interno le sue correnti, altrimenti “perderebbe la propria mission fondativa“.

Milano, Guerini: “Comunità Democratica non è una corrente organizzata e non lo sarà

Il senatore del Pd, Lorenzo Guerini, ha ribadito più volte nel corso dell’incontro a Milano che l’obiettivo odierno non è quello di cedere a etichette o a esiti precostituiti di percorsi che ancora si devono sviluppare, perché “Comunità Democratica non è una corrente organizzata e non lo sarà“. In questo senso, quindi, serve a creare legami e aprire confronti, come quella sul Terzo mandato: “Si tratta di un tema aperto a tante opinioni. Forse una riflessione su questo tema va fatta“.

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Il senatore del Pd, Stefano Guerini

Graziano Delrio, senatore del Pd, ha poi specificato che l’incontro di Milano serve a lanciare un’alleanza a tutti i partiti che sono interessati. “Alcuni di noi sono nel Pd, altri no“, ha infatti sottolineato il senatore, aggiungendo: “Questa è la cultura cattolico-democratica, che non è schierata solo da una parte“. Nella kermesse è intervenuto anche Romano Prodi, sottolineando di essere più che soddisfatto dei due eventi in corso a Orvieto e Milano, necessari perché “siamo stati muti per troppo tempo, quando la democrazia è partecipazione e confronto“.

Milano, Ruffini: “Essere alternativi alla destra senza esserle nemici

La prima responsabilità di chi si impegna in politica è quella di riportare alla partecipazione e al voto chi non c’è più“, questo è il punto centrale del discorso di Ernesto Maria Ruffini, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate, invitato alla kermesse di Comunità democratica a Milano. Ruffini dichiara di aver accettato l’invito come semplice cittadino che parla di politica e non in altri ruoli o con la voglia di rilanciare il centro o qualche altra posizione politica. Una semplice posizione a difesa della democrazia, perché questa è in crisi “quando assistiamo alla silenziosa instaurazione di un modello neofeudale dove ci sono feudatari che scatenano i loro vassalli per difendere i loro privilegi“.

Ernesto Ruffini, ex direttore Agenzia delle Entrate
Ernesto Ruffini, ex direttore Agenzia delle Entrate

Eppure, secondo Ruffini, per far fronte a questo problema non servono superuomini, ma semplicemente di cittadini liberi che abbiano di nuovo voglia di prendere parte al processo democratico. In questo senso, l’ex direttore dell’Agenzia delle Entrate ha sottolineato che il centrosinistra ha tutte le carte in regola peroffrire una politica forte e convincente, così da uscire dalla “mediocrità della politica“. Così, Ruffini spiega che al momento solo una visione larga e condivisa può riportare il popolo al voto e proprio in questa direzione deve continuare a lavorare la coalizione di centrosinistra.

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