Gas russo, lo stop di Kiev smuove l’Ue e Pichetto avverte: “Stare attenti alle scorte”

Dal primo gennaio, il gas russo non rifornisce più l'Ue, che si è trovata costretta a trovare misure alternative per evitare di far soffrire il freddo ai suoi cittadini. Tra fonti individuate dai singoli Paesi e l'acquisto di gas dell'America del Nord, l'Europa è tranquilla, ma non è comunque al sicuro da vertiginosi aumenti in bolletta

Redazione
4 Min di lettura

Le scorte di gas in Italia esistono, eppure lo stop del passaggio del metano russo attraverso l’Ucraina rischia di provocare un terremoto le cui conseguenze cadranno totalmente sulle spalle dei contribuenti. Rincari fino a 300 euro in più all’anno, che fanno tremare le famiglie italiane, ormai sempre più colpite dall’aumento del caro vita. Ieri, 1 gennaio 2025, dal gasdotto di Tarvisio, in Friuli Venezia Giulia, non è uscito nulla.

La promessa di Kiev di non rinnovare l’accordo con Mosca per permettere il passaggio del gas russo nei metanodotti ucraini è stata mantenuta ed ora l’Ue si trova a dover affrontare una nuova crisi. Al momento, però, la calma è il sentimento principale. Lo stop di Kiev non è stato un fulmine a ciel sereno, tanto che l’Ue, compresa l’Italia, ha tentato in questi primi tre anni di conflitto di trovare fonti alternative per l’approvvigionamento di questo prodotto, anche se spesso più care.

L’Unione europea ha infatti annunciato che una parte del fabbisogno verrà soddisfatta grazie all’importazione dal Nord America di biometano liquido da trasformare in gas grazie al rigassificatore di Piombino. Inoltre, come spiegato dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, arriverà nei prossimi giorni a Ravenna una nuova nave rigassificatrice, al fine di aumentare le scorte.

Pichetto: “Le scorte sono ad un livello adeguato

Il ministro ha tentato di rassicurare la popolazione, sottolineando che al momento l’Italia è in possesso di scorte adeguate, necessarie soprattutto ad affrontare questo rigido inverno. Eppure, il ministro ha sottolineato come si stiano “valutando ulteriori misure per massimizzare la giacenza, per affrontare con tranquillità la stagione invernale“.

In questo senso, l’utilizzo delle due navi rigassificatrici è fondamentale e sembra sempre più necessaria anche la creazione di un contratto di lungo termine per il Gnl, così da aumentare le fonti da cui ricevere gas. Per quanto riguarda, invece, la questione europea, la Commissione Ue ha specificato di essere “ben preparata ad affrontare il nuovo scenario“, grazie soprattutto ai quattro terminali per l’entrata nell’Ue di gas del Nord America. Si tratta, appunto, di Germania, Grecia, Italia e Polonia e forse in futuro anche della Turchia.

Gilberto Pichetto, ministro dell'Ambiente e della Sicurezza energetica
Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica

Il pericolo, però, è che le decisioni vengano prese troppo lentamente. Già dalla prossima settimana, l’Italia e gran parte dell’Ue saranno colpite da una forte ondata di gelo che potrebbe far aumentare il fabbisogno di gas dei Paesi. In questo senso, quindi, il solo Gnl, unito alle risorsi provenienti dall’Algeria e da altre fonti potrebbero non bastare. Anche se il flusso di gas russo rappresentava il 20% di quanto ricevuto dall’Ue, lo stop giunto ieri potrebbe avere conseguenze più dure di quanto preventivato.

L’aumento dei costi in bolletta

Lo stop del transito del gas russo in Ucraina comporterà, quindi, un aumento dei prezzi considerevole per le bollette degli italiani. Si stima che un nucleo famigliare standard possa arrivare a pagare ben 272 euro in più all’anno, che affosserebbero ancora di più le capacità di acquisto del Paese. Nello specifico, l’aumento più corposo sarà quello registrato nelle bollette del gas, il cui importo aumenterà dell’11%, ovvero circa 176 euro, toccando i 2.841 euro annuali.

Non si salverà neanche la bolletta dell’energia elettrica, per cui si stima un aumento di 96 euro, che porterà la spesa annuale ad aumentare dai 1.744 euro del 2024 ai 1.920 euro del 2025. Questo aumento è dovuto al fatto che l’Italia utilizza il gas per produrre energia, oltre ad avere prezzi più alti della media rispetto al resto d’Europa.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo