A tre giorni dallo stop dell’accordo tra Russia e Ucraina sul passaggio del gas di Mosca nei metanodotti di Kiev, ci sono solo due certezze in Europa: le scorte permetteranno di superare l’inverno e i prezzi delle bollette aumenteranno come promesso. Una delle due notizie è sicuramente più rincuorante dell’altra, ma i governi europei tentano di trasmettere tranquillità e di non far scatenare allarmismi.
Nel nostro Paese, già ieri, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin ha annunciato che l’Italia non ha problemi di scorte ma che in generale l’Europa dovrebbe prestare una certa attenzione agli approvvigionamenti. Oggi, mentre le discussioni sul gas russo mancante continuano a serpeggiare per i Paesi membri dell’Ue, Pichetto ha deciso di prendere nuovamente la parola e, stavolta, di concentrare il suo discorso sull’aumento in bolletta che gli italiani dovranno prepararsi ad affrontare.
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Se, quindi, non dobbiamo preoccuparci della questione delle scorte, “diversa è la valutazione del massimo di attenzione che dobbiamo avere sui prezzi“, ha infatti sottolineato il ministro. Secondo Pichetto, infatti, la situazione attuale potrebbe portare a “rischi di speculazione” all’interno di quello che è un mercato breve. In questo senso, quindi, il ministro sostiene che l’Ue dovrebbe “rinnovare l’eventuale Price Cap“.
Pichetto non pretende che questo torni ai 180 euro come in passato, ma auspica che possa essere fissato a 50-60 euro. “Questo significa porre anche un freno a quelle che possono essere operazioni puramente finanziarie e non che c’entrano niente con la materia prima e che pesano su famiglie e imprese“, ha quindi concluso Pichetto Fratin.
La situazione in Ue dopo lo stop al gas russo
Ieri, le quotazioni della Borsa di Amsterdam hanno chiuso con il prezzo del gas appena sotto i 49,59 euro al kWh. Un rialzo che, secondo le stime, farà aumentare la spesa media di una famiglia italiana di ben 300 euro l’anno, tra bolletta del gas e quella della luce. In Italia, infatti, l’energia elettrica è prodotta in parte utilizzando il metano, per cui l’aumento è conseguenziale. L’incremento, comunque, è ben più basso rispetto a quello che fu registrato nel 2022, dopo l’invasione russa, ma quest’anno non sono attivi gli sgravi fiscali per ammortizzarlo.
C’è chi, quindi, critica il governo italiano, così come quello europeo, per non aver agito preventivamente per evitare la situazione odierna. “In Italia non si è fatto niente negli ultimi anni per aumentare la produzione del gas“, ha messo in luce il presidente di Nomisma energia, Davide Tabarelli, parlando di un vero e proprio “delitto economico“. Secondo l’economista, quindi, è totalmente insensato ad oggi andare a prendere il gas dall’America del Nord, dove viene prodotto con il “fracking inquinante a 13mila chilometri di distanza“.
Se l’Europa occidentale, comunque, riesce a sopravvivere allo stop del gas russo, lo stesso non di può dire della Transnistria, la regione separatista filorussa della Moldavia, dove ormai da giorni sono fermi ospedali, scuole, uffici pubblici e l’intera produzione industriale.
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