Gas, Draghi: «Dal 2023 meno dipendenti dalla Russia»

A.B.
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Il presidente del Consiglio parla al Senato tornando sulla guerra in Ucraina prima dell’appuntamento col Consiglio europeo: «I crimini di guerra saranno puniti. Le sanzioni che imponiamo servono affinché cessino le ostilità»

«Il conflitto in atto ha innescato una crisi umanitaria di dimensione straordinaria. Sono a rischio le forniture di grano nei paesi più poveri e nei porti ucraini sono bloccati milioni di tonnellate del raccolto precedente», così Mario Draghi parla in Senato della situazione in Ucraina e delle conseguenze che sta avendo. 

«Nell’immediato dobbiamo realizzare lo sminamento dei porti e garantire l’uscita in sicurezza delle navi. Ma dopo vari tentativi falliti non vedo alternativa all’adozione di una risoluzione delle Nazioni Unite dove l’Onu garantisca l’operazione sotto la sua egida», continua il premier sulla crisi alimentare.

Sulla difficile questione energetica e la dipendenza italiana dalla Russia, Draghi ammette: «Negli ultimi giorni la Russia ha ridotto le forniture di gas all’Ue e all’Italia, dall’inizio della guerra il governo si è mosso con rapidità per trovare fonti alternative e grazie a questo potremo ridurre già dall’anno prossimo la dipendenza dal gas russo». 

Alla luce dei tagli sul rifornimento di carburante da parte di Mosca, il premier si schiera a favore dell’imposizione di un tetto massimo per i prezzi in rialzo, ora più che mai ancora più necessaria.

Le sanzioni a Mosca funzionano

Draghi non ha dubbi: le sanzioni economico-finanziarie imposte alla Russia sono un doveroso passi verso la pace: « La strategia dell’Italia, in accordo con l’Ue e il G7, si muove su due fronti, sosteniamo l’Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia perché Mosca cessi ostilità e accetti di sedersi al tavolo dei negoziati. Il 3 giugno il Consiglio Ue ha votato l’ultimo pacchetto di sanzioni». 

La strada maestra, ribadisce il presidente del Consiglio, rimane quella della diplomazia e il perseguimento della pace. 

Il premier commenta poi il proposito di Kiev di unirsi all’Unione Europea e alla Nato, che l’Italia continua a caldeggiare di fronte a ogni consesso internazionale: «Siamo consapevoli che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione, ma la raccomandazione della commissione è incoraggiante e confido che il consiglio europeo possa assumere una posizione consensuale in merito». 

Più di 135 mila ucraini accolti in Italia

«A quattro mesi dall’inizio, Mosca continua la sua feroce aggressione. Continuano le atrocità, ma le responsabilità accertate e i crimini di guerra saranno puniti. Anche il numero delle persone in fuga dall’Ucraina continua ad aumentare: solo in Italia sono circa 135 mila i cittadini arrivati dall’inizio dell’invasione. Esprimo gratitudine alle italiane e agli italiani che li hanno accolti», così Draghi parla degli avanzamenti bellici dal fronte e dell’esodo proveniente dalle zone sotto assedio. 

E sugli impegni futuri dice: «Il consiglio europeo di fine mese rappresenta un’occasione per cominciare a guardare al futuro assetto dell’Unione, confini, sicurezza e sviluppo economico. il parere positivo della commissione Ue sull’adozione dell’euro da parte della Croazia a partire dal 2023 è un ottimo segnale che l’Italia coglie con favore».

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