Dare ai figli solo il cognome della madre. E’ questa la proposta di Dario Franceschini, senatore del Partito Democratico, che nei prossimi giorni presenterà, insieme ad altri senatori delle forze di opposizione, il disegno di legge. Nelle intenzioni di Franceschini ci sarebbe la volontà di un “risarcimento” dopo diversi “secoli in cui i figli hanno preso il cognome del padre”. Applausi dai dem, dubbi da parte di Lega, Azione e Movimento 5 Stelle.
Franceschini: “La questione del cognome un’ingiustizia secolare”
Secondo quanto emerso, Dario Franceschini, ex ministro della Cultura dal 2021 al 2022, nel corso della mattinata avrebbe portato avanti la proposta e l’avrebbe esposta all’assemblea dei senatori dem. In totale, sono stati 4 i testi, presentati da Unterberger (Autonomie), Malpezzi (Pd), Maiorino (M5s) e Cucchi (AVS), che andrebbero nell’ottica di disciplinare l’attribuzione del cognome ai figli. Il testo dell’ex segretario del Pd sarà quindi il 5° testo, il quale verrà discusso per poi arrivare ad un testo base da approvare in primis in Commissione e in seguito in Aula.
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Il tutto andrebbe nella direzione tracciata dalla sentenza della Corte costituzionale del 2021 che stabilì che l’attribuzione del cognome non sarà automatica e le norme precedenti sono state considerate illegittime. “Anziché creare infiniti problemi con la gestione dei doppi cognomi – avrebbe fatto intendere Franceschini – stabiliamo che i figli prendano solo il cognome della madre”. Per il senatore dem si tratta di “un risarcimento per una ingiustizia secolare che è stata una delle fonti culturali e sociali delle disuguaglianze di genere”.
Le reazioni del mondo della politica
Sulla proposta avanzata da Dario Franceschini, è intervenuta la relatrice della legge sul doppio cognome, Anna Rossomando. La senatrice, vicepresidente del Partito Democratico al Senato, si è detta confortata che “finalmente una voce maschile ha riscontrato che per secoli c’è stata una sorta di invisibilità delle donne”.
Rossomando, ricordando come la Corte abbia usato “parole chiare rispetto al diritto del figlio”, ha sottolineato come il Pd abbia inserito la questione “tra le priorità proposte in capigruppo al presidente La Russa e in commissione”. Inoltre, ha aggiunto che “gran parte del lavoro è già stato fatto”, ma manca poco per “salutare almeno nominalmente la cultura patriarcale”.
Critiche, invece, da parte della Lega che tramite il senatore Gianluca Cantalamessa ha espresso i propri dubbi sulla proposta. “Nelle ore in cui Romano Prodi maltratta una giornalista – attacca il senatore leghista – Franceschini pensa di difendere le donne dando ai figli il cognome della madre”. Cantalamessa, inoltre, ha rincarato la dose affermando che “Prodi potrà continuare a rispondere male, ma almeno la maltrattata non avrà il cognome del padre. Belle soddisfazioni”. Dubbi anche da parte di Calenda, “altre priorità non ne abbiamo?”, e dalla pentastellata Maiorino, “la giudico una provocazione, anche perché non si risponde ad una discriminazione con un’altra”.
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