Tajani fa il punto in Molise in vista del primo voto dopo la morte di Berlusconi. L’obiettivo è mantenere solida la base, in vista delle Europee 2024
Forza Italia alla prova unità dopo la morte di Berlusconi. Con l’ipotesi di un direttorio che posso tenere le fila del partito almeno fino alle Europee del ‘24. Questo lo scenario per il prossimo futuro per gli Azzurri, da quanto emerso dalla prima uscita del partito dopo la scomparsa dello storico fondatore. A dettare la linea è il vicepresidente del partito, Antonio Tajani che punta a mettere al riparo il governo dalle naturali fibrillazioni di questa fase di transizione.
Come sarà il prossimo direttorio
L’idea è quella di dare corpo all’immagine con cui gli azzurri si sono presentati in conferenza stampa sabato in Molise: Tajani, i due capigruppo Licia Ronzulli e Paolo Barelli e Fulvio Martusciello. Un organigramma che servirà a tenere sotto controllo i gruppi parlamentari e il fronte europeo. Al tavolo di comando potrebbero sedersi anche i due vice coordinatori, Alessandro Cattaneo e Anna Maria Bernini. La traversata fino a giugno del prossimo anno è lunga e carica di incognite ed è legata alla capacità del leader in pectore di tenere unite le diverse anime, in particolare quella dei cosiddetti ronzulliani, presa di mira dalle ultime scelte sul cambio dei vertici del gruppo della Camera e del coordinamento della Lombardia.
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L’incubo del 4% per Bruxelles
L’appuntamento è quello delle europee con la soglia del 4% di sbarramento che ora, con la scomparsa di Berlusconi, è diventata un incubo nelle conversazioni tra gli azzurri. La prima tappa del nuovo corso è fissata per giovedì quando si riunirà il comitato di presidenza del partito. In quella riunione si deciderà quando fissare la data per il consiglio nazionale. Il parlamentino di Forza Italia sarà chiamato a ufficializzare la leadership di Tajani. Che sia l’attuale coordinatore a dover raccogliere l’eredità del Cavaliere nessuno lo mette in dubbio: “È giusto assegnargli quel ruolo delicato – dice Cattaneo – Noi gli chiediamo di lavorare per un partito aperto, nel quale tutte le migliori forze siano incluse. Sicuramente serve una gestione unitaria”. Lo stesso Tajani non si tira indietro: “Andiamo avanti, io faccio quello che devo fare”, mette in chiaro il ministro degli Esteri che glissa all’idea che possa finire il suo nome nel simbolo del partito. “Adesso faccio il coordinatore – aggiunge – e mi occuperò di arrivare al consiglio nazionale, poi vediamo”. Il ministro degli Esteri ribadisce il sostegno della famiglia Berlusconi a Forza Italia, che “ci incoraggia, ci sprona e ci spinge ad andare avanti”. Salvo sorprese, le elezioni europee sono destinate a segnare un prima e dopo. Il progetto a cui lavora FI (così come Fratelli d’Italia) è quello di siglare un accordo tra il partito popolare ed il gruppo dei Conservatori presieduto da Giorgia Meloni. “Vogliamo esportare un modello di governo di centrodestra ‘all’italiana’ anche in Europa – spiega Barelli – aprendoci a importanti partenariati”.
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