Fine vita: la Lega apre al modello Zaia, per Salvini è “libertà di coscienza”

A gennaio il presidente del Veneto leghista aveva sostenuto una legge sul suicidio medicalmente assistito, che però venne bocciata dal consiglio regionale veneto. All'epoca Salvini aveva chiarito la sua linea di pensiero pro vita, lasciando però la libertà di decisione ai membri della Lega, concetto ieri confermato

Chiara Giosi
5 Min di lettura

Il Consiglio federale della Lega ha deciso di concedere la libertà di coscienza ai parlamentari e ai consiglieri regionali sul tema del fine vita. Ieri pomeriggio ha avuto luogo l’incontro in cui Matteo Salvini, a differenza del passato, sembrerebbe essersi aperto a questa tematica, dato che i membri del partito non hanno tutti un’unica posizione sulla questione. Il leader ha deciso quindi che ognuno prenderà la propria decisione secondo le proprie sensibilità, senza una direttiva unica dall’alto. 

D’altronde, come si può essere obbligati a scegliere su una tematica così delicata come quella del fine vita? C’è chi per natura tende a difendere la vita a ogni costo, anche quando questa appare troppo difficile. E c’è chi invece sostiene che sia meglio mettere fine alle sofferenze quando queste appaiono troppo dure per poterle sopportare. Avere la possibilità di decidere sul proprio destino, quindi, dovrebbe essere un diritto fondamentale.

Fine vita, Matteo Salvini e Luca Zaia
Fine vita, Matteo Salvini e Luca Zaia

Fine vita, la legge sostenuta da Zaia

Il presidente del Veneto Luca Zaia ha condiviso la posizione di Salvini. Un cambio radicale di pensiero, se si considera che a gennaio i due leghisti avevano assunto posizioni divergenti, al limite dello scontro. Il governatore veneto aveva, infatti, sostenuto una legge di iniziativa popolare sul suicidio medicalmente assistito, bocciata poi dal consiglio regionale a gennaio.

La legge, che nacque a seguito della raccolta di firme dell’associazione ‘Luca Coscioni’, non vide mai la luce. Il centrodestra in quel frangente apparve spaccato, con FdI e FI che erano contrari, mentre Zaia insieme a una parte della Lega supportavano la legge, così come gran parte delle opposizioni.

“La mia posizione è assolutamente chiara: la vita va tutelata dalla culla alla bara, bisogna garantire tutte le cure necessarie alle future mamme e a coloro che sono in difficoltà alla fine dei loro giorni – dichiarò il leader della Lega – Il Consiglio Regionale Veneto ha votato, hanno vinto i no, dal mio punto di vista avrei votato anch’io in quel senso lì”. Salvini ha poi però esplicitato che il partito non ha una linea univoca, dicendo che “la Lega non è una caserma, c’è libertà di pensiero”.

La legge in Lombardia

Il tema ora è tornato in auge all’interno del partito, perché la Lombardia, guidata dalla Lega, deve prendere una decisione in merito. In queste settimane, infatti, il Consiglio regionale lombardo dovrebbe esaminare un progetto di legge proveniente sempre dell’associazione ‘Luca Coscioni’.

In consiglio regionale FdI, che è partito di maggioranza relativa, ha mostrato posizioni di chiusura, mentre il presidente Attilio Fontana ha già dato il via libera. Per il presidente Fontana su temi etici così importanti ciascuno deve prendere una decisione seguendo la propria coscienza. Nel mentre, all’esame delle commissioni Giustizia e Affari Socialiil del Senao è in discussione un disegno di legge in materia di morte medicalmente assistita.

Il fine vita in Italia

Quella del fine vita è una tematica molto delicata da affrontare. Innanzitutto è necessario sottolineare la differenza tra eutanasia, suicidio assistito e fine vita. Se l’eutanasia coinvolge il medico nella somministrazione del farmaco al paziente, nel suicidio assistito è lo stesso paziente ad assumere il farmaco autonomamente. Il fine vita, in senso generale, si riferisce all’assistenza a pazienti terminali o gravemente malati per garantire una morte dignitosa.

L’eutanasia è illegale in Italia e il dibattito sulla materia è stato sostenuto dalla campagna “Eutanasia Legale” dell’Associazione Luca Coscioni. Ma ad oggi la proposta di legge è ferma al Senato. Invece il suicidio medicalmente assistito è legale grazie alla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale. Inoltre, in Italia esiste il Comitato per l’Etica di Fine Vita, un’organizzazione che si occupa di questioni etiche legate al fine vita.

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