Non si esclude il ritorno. Una semplice ed efficace regola aurea che permette di non essere colti impreparati o, peggio, di sorpresa. In questo caso, dopo le voci su un nuovo progetto del centro cattolico, a tornare sono i cattolici democratici del centrosinistra, gli ex Partito Popolare Italiano. Era il 18 gennaio 1994 quando fu fondato il partito quale erede diretto della Democrazia Cristiana. E sarà il 18 gennaio 2025 che nascerà Comunità Democratica con una iniziativa organizzata da Graziano Delrio a Milano. Tra gli invitati al battesimo, non mancano i padri nobili come Romano Prodi e Pierluigi Castagnetti ed intellettuali d’area come Ernesto Maria Ruffini, insieme ad un’ampia platea di amministratori locali, professori e membri di diverse associazioni.
Perché Comunità Democratica?
Perché tornare in campo e fondare un nuovo partito? L’obiettivo è chiaro e cristallino, stando a quanto dichiarato all’Ansa da Graziano Delrio. Comunità Democratica si costituirebbe per “far capire che la cultura politica dei cattolici democratici può dare molto al Paese, come in altri tornanti storici“. Motivo per cui, “chiediamo una maggior accoglienza e spazio, nel Pd o anche fuori dal Pd“.
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Si punterebbe quindi ad un ritorno della cultura cattolica democratica, che secondo l’ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, “è una cultura politica laica, che ha gli strumenti in grado di fare proposte forti e creative per affrontare i problemi del Paese”. La crisi demografica sarebbe infatti il tema da cui partire in quanto “se non viene affrontata subito metterà in crisi tutto il welfare, dalle pensioni alla sanità“.
Delrio continua poi scuotendo gli animi e sottolineando che in questo momento ci si sta trovando “ad un tornante storico sia per l’Italia che per l’Europa e noi rilanciamo un ritorno allo spirito coraggioso degasperiamo sull’Europa, con una cessione di sovranità all’Europa“. Mentre, “intendiamo riproporre l’autonomismo di Sturzo, – prosegue l’ex sindaco di Reggio Emilia – con un municipalismo spinto” e quindi alternativo al neo-centralismo delle regioni.
Ciò che vuol essere portato avanti da Comunità Democratica non prevede spazi di potere bensì “dare un contributo di proposte e idee – spiega Delrio – sui grandi temi del nostro Paese. Dopo le elezioni europee non sono in vista altri appuntamenti elettorali nazionali e noi siamo intenzionati quindi a farci sentire su questi temi, ma anche su temi etici“.
Ernesto Maria Ruffini a sorpresa
Ma la vera sorpresa che in verità ha colto impreparati è stato l’arrivo di Ernesto Maria Ruffini in politica. Il dirigente palermitano, nel contesto dell’annuncio delle sue dimissioni da direttore dell’Agenzia delle Entrate del 13 dicembre scorso, aveva infatti categoricamente negato in quanto, “non condivido il chiacchiericcio che scambia la politica per una partita di scacchi, le idee per etichette ed il senso civico per una scalata di potere“.
Ruffini con questa critica aveva ribadito la sua intenzione di non calarsi in un ruolo politico. Anzi, l’ex direttore scongiurò anche le voci di corridoio secondo cui lo avrebbero visto come il nuovo federatore centrista, chiarendo che “non occorre diventare giardinieri per prendersi cura dell’aiuola sotto casa“.
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