Salvini in solitaria contro tutti: “Alle europee non mi candido, vorrei Vannacci”

Il leader leghista ha preso la sua decisione sulle Europee, lasciando Meloni senza una sponda e lanciando la bomba-Vannacci; il generale ci penserà "a mente fredda", mentre Salvini si concentra sulle elezioni regionali in Sardegna e Basilicata

Redazione
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Matteo Salvini ormai corre da solo, non è interessato a mantenere coeso il fronte del centrodestra e né tantomeno a mantenere sani i rapporti con gli altri leader della maggioranza. Lo ha dimostrato ieri sera quando, durante la puntata di Quarto Grado di cui era ospite, ha annunciato di aver preso la sua decisione per quanto riguarda le elezioni europee: “Io non mi candido, resto a fare il ministro delle Infrastrutture“.

Una stoccata durissima per il premier che, invece, durante la conferenza stampa del 4 gennaio aveva confessato di aver preso in considerazione l’idea di una candidatura, che ovviamente le servirà sia come metro di paragone per il suo indice di gradimento, sia come metodo di indebolimento della sua avversaria all’opposizione, Elly Schlein. Eppure quel “resto a fare il ministro delle Infrastrutture“, sembra proprio una frecciatina rivolta agli innumerevoli obblighi e doveri che il Presidente del Consiglio deve affrontare in questo 2024 che, oltre ai soliti impegni di governo, sarà anche l’anno della presidenza italiana al G7.

Giorgia Meloni
Giorgia Meloni

Meloni sa quanto sia importante non tralasciare l’impegno principale della sua carica, ma allo stesso tempo il gioco degli scacchi delle europee la incuriosisce e la tenta. Anche Tajani, però, sembra essere della stessa opinione di Salvini ma, a differenza del ministro delle Infrastrutture, lui lo dice apertamente: “Il rischio è che si possa prestare meno impegno all’attività di governo“. Insomma, Meloni non è solo nel mirino delle opposizioni, ma anche in quello della sua maggioranza, che sembra temere sempre di più l’enorme influenza del premier e quelle che potrebbero essere le conseguenze per i loro partiti.

Europee, l’ipotesi di Vannacci capolista

Da un lato Meloni valuta se sciogliere la riserva sulle europee, nel mezzo Tajani corre ai ripari e invoca il congresso di Forza Italia, unica sede in cui la decisione della candidatura alle europee può essere presa, e dall’altra, in totale indipendenza e autonomia, c’è Matteo Salvini che non solo dichiara pubblicamente la sua decisione di non candidarsi, ma annuncia anche il suo candidato capolista favorito: il generale Vannacci.

Roberto Vannacci
Roberto Vannacci

Per chi non ricordasse chi sia questa figura basta tornare con la mente a qualche mese fa, quando il libro “Il mondo al contrario” fece scalpore a causa delle sue frasi forti e delle ideologie del suo autore, che come si può ormai capire è proprio il generale Roberto Vannacci. Un uomo che dal nulla ha iniziato ad invadere le pagine dei giornali e in poco tempo è diventato un fenomeno nazionale. Lo ricorda anche lui, ringraziando i giornalisti per “l’opera di marketing eccellente” che gratuitamente hanno offerto sia all’uomo che al libro.

Comunque, il generale, saputo dell’offerta di Salvini, ha deciso di farsi desiderare un po’ dichiarando a L’Identità di “continuare a fare il militare per ora, poi se cambierò idea ve lo dirò“. Roberto Vannacci non ha ancora preso una decisione, ma ha le idee chiare ed aggiunge “potrei pensarci anche se me lo chiedessero Schlein e Fratoianni“. L’indole irriverente del generale continua a caratterizzare la sua figura, così come l’orgoglio che non lo porta ad allontanarsi dalle sue ideologie: Non cambio idea e qualsiasi cosa farò sarà coerente con quello che ho scritto“.

Il nodo delle regionali che smuove Salvini

Prima delle elezione europee, le coalizioni italiane devono risolvere i problemi dettati dalle prossime elezioni regionali. Contrasti interni alla maggioranza e all’opposizione continuano a rallentare i tempi per la presentazione delle liste elettorali e allo stesso tempo allargano le crepe che già da tempo si stanno formando tra i partiti. Prima il Piemonte con Pd e M5S, poi la Sardegna con FdI e Lega, ora la Basilicata che vede scontrarsi Forza Italia e il partito di Salvini.

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Matteo Salvini rinuncia alle europee e si concentra sulle regionali

La questione è figlia degli scontri per la Sardegna dove Salvini, inizialmente contrario a cedere terreno al candidato di Fdi, si è reso conto di non avere grandi possibilità sul territorio e di dover accettare la sconfitta ancora prima che i cittadini raggiungano le urne. Giorgia Meloni è stata chiara su questo argomento: “Truzzu non si tocca. Nessuna volontà di tornare nei suoi passi, anche a causa di quel legame fortissimo che lega la premier al suo candidato, entrambi militanti della generazione Atreju.

Di conseguenza il leader leghista ha iniziato a guardarsi intorno per comprendere dove il Risiko delle regionali nascondesse una facile vittoria. La Basilicata è immediatamente saltata all’occhio del ministro delle Infrastrutture e la scelta della candidatura in questa regione è sembrata ovvia. Salvini, però, anche qui si troverà a scontrarsi con la sua stessa coalizione, stavolta però a causa del candidato di Forza Italia, Vito Bardi, attuale presidente della regione Basilicata. A questo punto, forse, per Salvini non resta che un’amara consolazione, quella della riconferma della presidente leghista dell’Umbria, Donatella Tesei.

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