Europee, Boschi propone par condicio anche per giornalisti ma per Fnsi “è surreale”

L'Autorità Garante delle Comunicazioni ha emesso un nuovo regolamento per la par condicio delle emittenti tv. Una decisione a cui seguiranno quasi sicuri ricorsi e resa più complessa dall'emendamento voluto da Boschi, che vorrebbe i giornalisti sottoposti alle stesse regole dei politici durante la campagna elettorale

Redazione
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L’Autorità per le comunicazioni (Agcom) ha emesso un nuovo regolamento volto a tutelare la par condicio in occasione delle elezioni europee. Sono molti i cambiamenti previsti e alcuni più di altri hanno fatto discutere. Innanzitutto al centro della questione vi è la possibilità di regolamentare il settore televisivo, non solo per quanto riguarda i telegiornali ma anche i programmi di approfondimento, così da permettere a tutti i candidati di ricevere la stessa visibilità sia in termini quantitativi che qualitativi.

All’interno della questione, però, si è inserita Maria Elena Boschi, vicepresidente della bicamerale e deputata di Iv, che ha proposto un emendamento per cui anche i giornalisti dovranno essere ritenuti schierati politicamente e per questo dovranno rispettare le stesse regole dei politici in vista delle elezioni europee. Una proposta duramente criticata dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI), che ha ritenuto l’emendamento “un’assurdità“.

L’incontro che più di tutti potrebbe risentire di questa nuova regolamentazione è il duello tv tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, su cui per ora sono presenti più dubbi che certezze, ma che nel caso in cui dovesse svolgersi creerebbe più di qualche problematica ai fini della par condicio delle Europee.

Europee, il regolamento dettato dall’Agcom

Le nuove regole dettate dall’Agcom, in vista delle Europee dei prossimi 8 e 9 giugno, prevedono profondi cambiamenti in seno alle emittenti televisive. Innanzitutto, le reti tv dovranno tenere conto dell’aspetto qualitativo e non solo di quello quantitativo in relazione alle ospitate dei politici. Quindi, nel caso in cui un’intervista o un intervento andasse in onda per dieci minuti nella fascia oraria della prima serata, questo avrebbe un valore maggiore rispetto alle interviste o agli interventi di chi andrà in onda in terza serata.

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Giacomo Lasorella, presidente Agcom

Tale decisione deriverebbe, come ha spiegato il presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella, dalle pronunce giurisprudenziali del Consiglio di Stato che già in passato ha fatto emergere l’importanza della valutazione qualitativa. I ricorsi sono praticamente scontati e la Rai ha deciso di inviare una lettera firmata dall’ufficio legale con numerose proposte di emendamento. I legali della rete televisiva di Stato hanno cercato di comprendere, anche grazie ad un colloquio con Lasorella, per quale motivo le norme della par condicio debbano essere modificate anche in assenza di un cambio della legge che la prescrive.

Inoltre, secondo l’ufficio legale, la pretesa di dare lo stesso identico spazio a tutte le liste elettorali delle Europee sarebbe di difficile applicazione, soprattutto per quanto riguarda le trasmissioni con cadenza settimanale. Inoltre, sempre secondo Rai, la differenziazione tra quantitativo e qualitativo sarebbe nulla, poiché la qualità del prodotto deriva sempre anche dalle fasce di ascolto del programma.

La proposta di Maria Elena Boschi sulla par condicio dei giornalisti

Ad aggravare ancora di più la situazione, già complessa per le richieste dell’Agcom, è stata la renziana Maria Elena Boschi che ha presentato un emendamento con l’obiettivo di regolare la presenza di giornalisti nelle trasmissioni televisive in vista delle prossime elezioni europee. Tale proposta presupporrebbe infatti che anche i giornalisti, il cui compito sarebbe quello di mediare e guidare dibattiti politici, siano di parte, motivo per cui devono apparire nelle trasmissioni secondo le stesse regole seguite dai politici, così da “assicurare completezza e imparzialità dell’informazione“.

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Alessandra Costante, segretaria Fnsi

In Vigilanza, poi, Boschi ha approfondito la questione spiegando: “Un giornalista che partecipa a un dibattito nell’ambito della par condicio rischia di avere un effetto analogo a quello di un esponente politico“, aggiungendo che “spesso possono influenzare l’opinione pubblica più dei partiti“. A riportare un po’ di tranquillità è stato lo stesso presidente dell’Agcom che ha sottolineato: “La valutazione andrà fatta caso per caso, non tutto si può irregimentare in un quadro di norme“.

Durissima la reazione di Alessandra Costante, segretari di Fnsi, che ha dichiarato: “I giornalisti non hanno quote politiche, non hanno sulla maglietta il simbolo di un partito e non sono tifosi. Confondere i politici con i giornalisti, e limitare la libertà di stampa utilizzando la par condicio, è un errore grave“. Una dura bocciatura è giunta anche dal Pd e dal M5S, che si sono da subito dichiarati contrari alla proposta.

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