Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha recentemente rilasciato importanti dichiarazioni sul futuro delle energie rinnovabili in Italia, sottolineando la necessità di accelerare il processo di transizione energetica. Intervistato su SkyTG24, Pichetto ha evidenziato che il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) italiano è un piano realistico, ma che per raggiungere gli obiettivi prefissati è necessario un passo ancora più deciso verso l’energia verde. Attualmente, le fonti rinnovabili coprono circa un terzo del fabbisogno energetico elettrico del Paese, e l’obiettivo è aumentare questa quota al 2030, contribuendo significativamente alla riduzione della dipendenza dai combustibili fossili.
La posizione di Pichetto Fratin
L’Italia, secondo Pichetto, deve correre per ridurre la sua esposizione alle fonti fossili, soprattutto in un contesto europeo dove le differenze tra i Paesi membri sono evidenti. Ad esempio, la Germania, sebbene si stia impegnando nel settore delle rinnovabili, dipende ancora per una parte significativa della sua energia dal carbone, con il 25% dell’energia prodotta dal combustibile fossile. In Italia, invece, è in atto un processo di dismissione del carbone, che dovrà essere sostituito da energie più sostenibili. Il ministro ha richiamato l’attenzione sulla necessità di attenzione ai dati degli studi e alla loro affidabilità, poiché un passo falso in questo settore potrebbe compromettere i progressi verso un futuro più verde.
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Pichetto ha anche discusso della dimensione economica della transizione energetica, sottolineando che gli impegni presi sull’uso delle rinnovabili non sono solo una questione ambientale, ma anche un’opportunità per l’economia del Paese. “Gli impegni sulle rinnovabili sono mantenuti anche perché diventano degli interessi economici per i Paesi”, ha affermato, ricordando che l’Italia punta a raggiungere due terzi del proprio fabbisogno energetico da fonti rinnovabili entro il 2030, triplicando la capacità del 2020. Sebbene l’Italia rappresenti solo lo 0,7% delle emissioni globali, la sua azione è cruciale sia per il contributo ambientale che per la crescita del settore economico legato alla sostenibilità.
Sul tema del nucleare, Pichetto ha dichiarato che l’Italia si prepara ad esplorare anche questa fonte di energia per il futuro, pur mantenendo un approccio cauto. Il piano prevede un incremento della capacità rinnovabile, che al 2030 arriverà a 80 gigawatt, distribuiti tra geotermia, idroelettrico, eolico e fotovoltaico. Tuttavia, Pichetto ha ammesso che il nucleare potrebbe giocare un ruolo significativo nel prossimo decennio, soprattutto con l’introduzione di reattori di piccole dimensioni, anche se questi sono ancora in fase di sviluppo. L’energia nucleare da fusione, invece, non sarà disponibile prima del 2040. “Il nostro obiettivo è metterci in condizione di essere pronti per quando le nuove tecnologie saranno pronte e disponibili”, ha concluso il ministro, indicando che, per il momento, l’Italia deve lavorare per assicurarsi che, quando si presenteranno le opportunità, sarà in grado di prendere decisioni ponderate in merito alla sicurezza e al costo di queste tecnologie.
La posizione dell’Italia su questi temi si inserisce nel contesto di un crescente impegno globale per la sostenibilità, come testimoniato dalla recente conferenza COP29 a Baku, dove il ministro Pichetto ha partecipato all’annuncio di un Protocollo d’Intesa tra il Ministero dell’Ambiente, il Ministero per lo Sport e i Giovani, e il Consiglio Nazionale dei Giovani, mirato a rafforzare il coinvolgimento delle giovani generazioni nelle politiche climatiche. Questo protocollo, secondo Pichetto, rappresenta una novità importante nella cooperazione tra le istituzioni e i giovani, offrendo loro uno spazio attivo per collaborare e definire obiettivi comuni per un futuro più sostenibile. La Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani, Maria Cristina Pisani, ha sottolineato come la sostenibilità sia ormai una priorità per il 76% dei giovani italiani tra i 18 e i 34 anni, che chiedono azioni concrete per affrontare le sfide ambientali.
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