Dossieraggio, Crosetto sospetta sui servizi segreti ma i pm assicurano: “Nessun coinvolgimento”

Il 22 gennaio 2024 Crosetto fa delle dichiarazioni spontanee ai pm di Perugia, riferendo alcune perplessità

Redazione
3 Min di lettura

Continuano senza sosta le indagini per il caso di dossieraggio. Dopo che il gip ha rigettato l’istanza per l’arresto dell’ex pm Pasquale Striano e dell’ex procuratore della Dna Antonio Laudati, è riemerso un verbale cospicuo all’interno di quelle famose 10mila pagine di atti inviati dalla Procura di Perugia alla Commissione parlamentare antimafia.

Si tratta del verbale delle dichiarazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, a proposito di una sua proprietà immobiliare. Di fatto, il capo del dicastero è convinto che dietro le ricostruzioni artefatte ci potrebbero essere i servizi segreti nazionali ed esteri.

Dossieraggio: i dubbi di Mantovano

Il 22 gennaio 2024 Crosetto fa delle dichiarazioni spontanee ai pm di Perugia, riferendo alcune perplessità sulla provenienza delle informazioni dall’interno degli organi di sicurezza al sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri, Alfredo Mantovano. Il ministro della Difesa ne avrebbe poi parlato anche con la premier Giorgia Meloni.

Crosetto ha inoltre manifestato i suoi dubbi al direttore dell’Aise, il generale Caravalli, e chiesto di lavorare anche alla direttrice del Dis, l’ambasciatrice Elisabetta Belloni. I pm di Perugia hanno subito svolto delle verifiche su quanto loro disposto e ne è uscito fuori che non vi è mai stato alcun coinvolgimento da parte dell’apparato di intelligence interno.

Dossieraggio: le consultazioni

Sono ben 172 le consultazioni anomale del sistema Sos – Segnalazioni per operazioni sospette – individuate dai pm. In esse vi sono delle operazioni di matrice finanziari legate a personaggi politici, dello spettacolo, di imprenditori e di altri ministri del governo. I pm riconoscono che le operazioni non sono irregolari e che quindi si rende evidente come la condizione del ministro Crosetto “non sia altro che una goccia nel mare“.

Secondo i pm di Perugia, l’ex pm Pasquale Striano e l’ex procuratore della Dna Antonio Laudati avrebbero lavorato disdegnando i lavori istituzionali della Procura nazionale antimafia. Ciò attraverso l’elaborazione di atti falsi che permettevano a Striano di fare le ricerche nel sistema della Sos. Dalle indagini emerge come l’ex pm abbia effettuato gli accessi per conto del giornalista del Domani, Giovanni Tizian. Atti illeciti, dunque, che nulla hanno a che fare con il lavoro del pubblico ministero e che quindi assumono ragioni distanti da quelli dei doveri d’ufficio.

A marzo Laudati si era difeso con un comunicato stampa dichiarando di non aver “mai costruito dossier per spiare o ricattare politici o personaggi famosi” e di aver agito con il controllo da parte del procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo. Il caso dossieraggio è stato un vero fulmine a ciel sereno sulla scena politica italiana e ancora restano i dubbi su quanto accaduto.

© Riproduzione riservata

TAGGED:
Condividi questo Articolo