Dl Omnibus, sospiro di sollievo sulle aliquote Irpef, FdI: “Dall’opposizione inutile polemica”

La maggioranza vuole agevolare il più possibile l'adesione al concordato la cui scadenza è fissata al 31 ottobre

Redazione
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La prossima settimana, governo e maggioranza daranno luce all’emendamento del decreto legge Omnibus sul ravvedimento speciale 2018-2023 presentato da Fausto Orsomarso di Fratelli d’Italia, Dario Damiani di Forza Italia e Massimo Garavaglia della Lega. Si tratta di un concordato preventivo biennale che punta ad un incasso compreso fra i 2 e i 3 miliardi di euro l’anno per il periodo 2024-2025. Nel caso in cui le adesioni fossero elevate, il gettito potrebbe aumentare fino a 4 miliardi.

Se la proposta ottenesse il via libera, si potranno sanare omissioni di versamento nei sei anni di riferimento con un’aliquota variabile crescente al decrescere rispetto agli indici di affidabilità – i cosiddetti Isa – e con un ulteriore sconto del 30% per il periodo Covid 2020-2021.

Dl Omnibus: di cosa si tratta

Ieri, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, partecipando a un evento del Sole afferma come è il Parlamento a decidere se gli importi, da un minimo di 6mila euro, saranno rateizzabili in 24 mensilità. Di fatto, c’è grande interesse, ma nel caso in cui il contribuente non considera adeguata la proposta e non aderisce entrerà in una lista selettiva e, in quel caso, se non ha correttamente dichiarato i propri redditi, sarà sottoposto ad uno specifico accertamento.

La maggioranza vuole agevolare il più possibile l’adesione al concordato la cui scadenza è fissata al 31 ottobre. “La proposta nasce dal confronto con gli ordini professionali e con le imprese su cui le opposizioni hanno fatto inutilmente polemica – spiega Fausto Orsomarso – con questa innovazione le aziende possono stare tranquille, però devono pagare le tasse“, aggiunge. “Siamo convinti di raggiungere l’obiettivo, che è importante, sempre proseguendo nello spirito della riforma fiscale, cioè del fisco amico, vicino al contribuente“, sottolinea Dario Damiani.

L’obiettivo è chiaro: ridurre le aliquote dal 35% al 33% per i redditi tra 28mila e 50mila euro e spingere più in là con l’aliquota del 43%, portandola sopra 60.000 euro di reddito. Tutto dipende dalle risorse: servono tra 2,5 e 4 miliardi di euro. Lo dimostra l’anticipo a dicembre del bonus Befana da 100 euro previsto dal dlgs Irpef. Leo afferma: “Siamo riusciti ad anticiparlo grazie al fatto che le entrate stanno andando bene“.

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