Dl Materie prime è legge, l’ok definitivo dal Senato

Le voci dell'opposizione si fanno più aspre. Il senatore M5S Luigi Nave, intervenuto in dichiarazione di voto, afferma: "Il governo Meloni ha messo in campo l'ennesimo decreto legge che contiene paradossi"

Redazione
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Già approvato dalla Camera lo scorso 30 luglio, stamane l’Aula del Senato ha dato il via libera definitivo al decreto legge sulle materie prime critiche on votazione per alzata di mano. Il senatore e vice capogruppo vicario di Forza Italia a Palazzo Madama, Adriano Paroli, si dice soddisfatto: “Le materie prime critiche sono indispensabili per molti settori strategici della nostra filiera industriale, eppure in questo settore l’Italia e l’Unione europea dipendono in modo quasi esclusivo dalle importazioni“.

Il dl stabilisce nuove disposizioni da attuare in via di urgenza per adeguare l’ordinamento nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2024/1252 del Parlamento europeo e del Consiglio dell’11 aprile 2024. L’obiettivo del decreto è garantire un approvvigionamento sicuro e sostenibile delle materie prime critiche. Di fatto, il dl mette in campo diverse strategie: il rafforzamento delle catene di approvvigionamento, lo sviluppo di nuovi progetti strategici, l’alleggerimento delle procedure di autorizzazione e l’istituzione di un Programma di esplorazione nazionale.

Dl Materie prime: le reazioni della politica

L’Ue ha già adottato un regolamento per accedere a un approvvigionamento sicuro di materie prime e rafforzare la propria capacità di estrazione, trasformazione o riciclaggio. Con questo decreto adeguiamo la normativa nazionale a quella europea e poniamo le basi per un approccio più consapevole delle nostre risorse” ha aggiunto in Aula il senatore Paroli. “L’Italia –  ha chiarito – può estrarre dal sottosuolo minerali come litio, cobalto, barite, berillio, nichel, tungsteno, rame, zinco. Serve un coordinamento nazionale, attraverso un’apposita normativa che metta in ordine le differenti normative regionali. L’obiettivo finale è quello di ridurre la dipendenza dall’estero, soprattutto dalla Cina, con la quale abbiamo rinnovato patti di amicizia, ma non di dipendenza“. 

Le voci dell’opposizione si fanno più aspre. Il senatore M5S Luigi Nave, intervenuto in dichiarazione di voto, afferma: “Il governo Meloni ha messo in campo l’ennesimo decreto legge che contiene paradossi. L’irragionevolezza normativa del provvedimento riguarda aspetti di metodo e merito. Invece di investire nell’economia circolare la maggioranza va nella direzione opposta. Non si capisce inoltre la linea dell’esecutivo che da una parte promuove leggi accentratrici, come in questo decreto, dall’altro vuole aumentare l’autonomia dei territori. È chiaro che l’obiettivo è accentrare le competenze del ministero dell’Ambiente, creando l’ennesimo reparto di potere interno alla maggioranza“. 

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