Il dl liste d’attesa presentato dal ministro della Salute Orazio Schillaci è finalmente diventato legge questa mattina. La scorsa settimana era stato approvato dal Senato e oggi la Camera, in seconda lettura, l’ha approvato con 171 voti favorevoli e 122 contrari. Tra le novità che apporterà la legge c’è la creazione di una piattaforma nazionale per le liste d’attesa gestita dall’Agenas e la norma “salta fila“, che garantirà visite ed esami entro le scadenze di legge.
Dl liste d’attesa, la piattaforma nazionale e il Cup
Il decreto è composto da sette articoli. Il primo parla della Piattaforma nazionale delle liste di attesa gestita dall’Agenas – Agenzia nazionale per i servizi sanitari – che avrebbe il compito di assicurare l’interoperabilità con le altre piattaforme delle liste d’attesa di ogni Regione e Provincia autonoma.
Leggi Anche
Nel terzo articolo c’è la creazione di un Centro unico prenotazioni – Cup – che verrà usufruito a livello regionale e infra-regionale e include sia gli erogatori pubblici che i privati convenzionati. Chi prenoterà il Cup e non si presenterà pagherà comunque il ticket.
Potrà usufruire del Cup chi è interessato a “prestazioni necessitate da sintomi, segni ed eventi di tipo acuto che richiedono un approfondimento diagnostico o terapeutico; accesso diretto per la malattia mentale e da dipendenze patologiche e per le prestazioni di assistenza consultoriale; accesso a chiamata all’interno di progetti di screening su popolazione bersaglio per la diagnosi precoce di patologie oncologiche o di altra natura cronico-degenerativa; presa in carico della cronicità e della fragilità conseguenti a malattie croniche e degenerative e a malattie rare, con programmazione diretta e senza intermediazione dell’assistito o chi per esso degli accessi alle prestazioni coerenti con il piano personalizzato di assistenza”.
Dl liste d’attesa, la norma salta fila e il tetto di spesa per assunzione del personale
La norma salta fila è un’altra novità, che ha lo scopo di contrastare i ritardi nelle visite. Affinché questa possa essere realtà, gli ambulatori e i laboratori verranno aperti anche nel weekend e i tempi di erogazione delle prestazioni potranno essere prolungati. Le Asl potranno consigliare ai pazienti colpiti dal ritardo di usufruire delle prestazioni dei privati convenzionati o che operano in ospedale.
L’articolo 5 parla del tetto di spesa per l’assunzione di personale sanitario, che nel 2024 verrà aumentato al 15% dell’incremento del Fondo sanitario regionale, ma dal 2025 verrà abolito e sostituito da “un nuovo sistema per stabilire i fabbisogni minimi e massimi delle strutture sanitarie”.
Il problema di questa legge, come contesta l’opposizione, è che non vengono stanziate risorse aggiuntive per risolvere il problema dei ritardi e dei tempi di attesa, e ciò porterà necessariamente al sovraccarico del personale sanitario. “Se i professionisti sono sempre gli stessi e con carichi di lavoro già inaccettabili, come potranno mai erogare le prestazioni anche il sabato e la domenica senza violare la direttiva UE sugli orari di riposo che prevede, oltre alle 11 ore al giorno, almeno un giorno intero (24 ore) di riposo a settimana?”, ha chiesto il presidente della Fondazione GIMBE Nino Cartabellotta.
© Riproduzione riservata