Il decreto legge Coesione ha ottenuto oggi la fiducia al Senato con 97 voti favorevoli, 62 contrari e un astenuto e ora dovrà passare all’esame della Camera entro il 6 luglio. Non sono mancati gli scontri su questa proposta, che ha visto la contrarietà di Avs e Italia viva, convinti che questo non sarà la soluzione per le problematiche di disuguaglianza tra Nord e Sud Italia.
Soddisfatto, invece, il senatore di Fratelli d’Italia Guido Liris, che ha dichiarato: “Il dl Coesione attinge a 42 miliardi di fondi europei e 32 di fondi nazionali: 74 miliardi totali è una quota importante, che rappresenta una soluzione contro il divario territoriale tra Nord e Sud, così come tra aree interne e costiere“. Il senatore ha però anche voluto sottolineare che il tema centrale della proposta non è quello economico, ma il “miglioramento della qualità della spesa“.
Liris ha infatti sostenuto che “oggi vediamo come non funziona il modello di spesa. Una grande illuminazione politica del governo Meloni, dunque, è l’aver posto una cabina di regia che riuscisse a governare gli eventi, per andare a colmare i deficit tra aree del Paese e coordinare fonti di finanziamento differenti“.
Coesione, De Luca: “In Campania stiamo pagando questo anno di ritardo“
“Stiamo pagando soprattutto questo anno di ritardo determinato dalla palude burocratica rappresentata dal governo Meloni e dal ministero della Coesione: sei miliardi di euro di fondi di coesione bloccati da un anno” ha sostenuto oggi il governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca, continuando a criticare il lavoro del governo.
De Luca ha sottolineato, poi, come in Campania si stia verificando una situazione contraddittoria: “Negli ultimi uno o due anni abbiamo avuto tassi di crescita importanti in alcuni settori industriali, in modo particolare nel settore farmaceutico e in quello agroindustriale, nell’automotive anche con il sostegno della Regione” e al contempo “abbiamo una situazione di pesantezza per quanto riguarda il settore edilizio dopo la vicenda del superbonus“.
Secondo De Luca a questa complessa situazione si agganciano anche decisioni del governo ritenute poco sagge, come la mancata partenza di progetti della “zes unica meridionale“, l’eliminazione della “zes regionale, che funzionava benissimo“, così come il “dei fondi per la coesione relativi alle infrastrutture: quattro miliardi di euro che il Governo ha ridotto a 400 milioni“. Eppure, per De Luca, è solo una la decisione che ha influito principalmente sulla Campania: “Il blocco dei fondi di coesione perché questo ci avrebbe consentito di avere già i cantieri aperti, un anno di tempo perso è un delitto“.
Coesione, Paita (Iv): “Questo è un decreto pout-pourri, senz’anima e senza srategia“
Il decreto coesione dovrà essere convertito in legge entro il 6 luglio, pena la sua decadenza. Oggi è previsto il voto di fiducia ma non tutti i senatori si sono dichiarati favorevoli alla sua approvazione. “Questo decreto è un pout-pourri, senz’anima e senza strategia” ha tuonato Raffaella Paita di Italia Viva, aggiungendo: “È acqua fresca del tutto insufficiente e assolutamente inutile. E mettere la fiducia su un provvedimento di così scarsa qualità, dimostra che il governo comincia ad avere qualche difficoltà, e lo vedremo anche con le comunicazioni di Giorgia Meloni sul consiglio europeo“.
Secondo Paita nel decreto mancano interventi sulle “risorse idriche, sui rifiuti, sull’energia, sul dissesto idrogeologico, sul contrasto disastri” e per questo la senatrice ha chiesto di “trovare un’alternativa” perché “nell’ambiguità non si porta a casa niente“.
Coesione, Magni (Avs): “Provvedimento senza coraggio, senza visione e senza alcuna prospettiva“
Anche il senatore Tino Magni di Alleanza Verdi e Sinistra è intervenuto in Aula per mostrare la sua contrarietà alla fiducia sul decreto legge Coesione. “Quello che con presunzione la destra chiama decreto ‘Coesione’, è in realtà un provvedimento senza coraggio, senza visione e senza alcuna prospettiva per il Paese – ha dichiarato il senatore – Non aumenterà l’occupazione, non migliorerà la vita delle persone, non combatte le diseguaglianze e non aiuterà le imprese a uscire dalla crisi“.
Magni ha sostenuto che la strada da perseguire non è quella della “politica dei bonus“, che non risolve problemi ma li rinvia solamente, ma è quella del Pnrr che permette all’Italia di “avere un’idea precisa di progresso e di sviluppo“. Il senatore di Avs ha ricordato che il limite odierno del nostro Paese è quello della disuguaglianza tra Regioni, che “non è una novità” e che ancora una volta, dal loro punto di vista, non sarà risolto dal decreto legge Coesione.
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