Il Documento economico finanziario (Def) presentato dal titolare del Mef, Giancarlo Giorgetti, e approvato oggi dal Consiglio dei ministri, non ha portato con sé notizie rincuoranti. Il governo Meloni si è visto costretto a dimezzare le stime della crescita per il 2025, alla luce delle velocissime evoluzioni legate all’economia europea e globale.
Il Documento, quindi, indica il Pil al +0,6%, mentre nel 2024 era al +1,2%, per il 2026 e il 2027 si stima un aumento al +0,8%. L’unica notizia positiva riguarda le prospettive legate al debito per il 2026 che dovrebbe scendere sotto il 3% dal 2026 e diminuire ulteriormente dall’anno successivo, grazie all’attenuarsi del peso delle conseguenze del Superbonus.
Leggi Anche
“Questo Def viene adottato in una situazione molto complessa sotto l’aspetto economico globale“, ha spiegato il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, chiarendo quindi che le previsioni messe in atto dal governo sono state “complicate e difficili, persino aleatorie“.
Secondo quanto dichiarato, comunque, i fattori che hanno portato a queste stime sono molteplici. Da un lato avrebbe influito la guerra commerciale in atto causata dai dazi reciproci globali, dall’altro i contraccolpi del caro energia sull’attività imprenditoriale, che è inoltre appesantita anche dalla difficoltà nella transizione e dalla spesa per i fondi del Pnrr.
Def, Giorgetti: “L’annuncio dello stop dei dazi per 90 giorni potrebbe indurre al rialzo”
Nel corso della conferenza stampa di Giancarlo Giorgetti è poi giunta la notizia della decisione del presidente Usa, Donald Trump, di ritardare di 90 giorni l’entrata in vigore dei dazi per trattare con le controparti. “Notizie come quella di poco fa potrebbe indurre al rialzo“, ha spiegato il ministro, chiarendo comunque che proprio le decisioni prese continuamente e senza preavviso non permettono di procedere con stime che possano essere affidabili.
“In Parlamento qualcuno aveva chiesto stime fino al 2028, ma figuriamoci. Se riesco ad azzeccare il 2025 sono già un mago“, ha infatti commentato durissimo il ministro, aggiungendo che al momento sarebbe “tremendamente complicato” fare un calcolo dell’impatto dei dazi sul nostro Paese. Secondo il titolare del Mef, l’Italia potrebbe essere maggiormente colpita rispetto ad altre Nazioni, ma anche in questo caso le previsioni sarebbero aleatorie.
In ogni caso, Giorgetti sottolinea che “non bisogna farsi prendere dalla frenesia sia per le spese sulla difesa che per quelle sui dazi“, ma è necessario ragionare criticamente e con “mente fredda“.
Giorgetti: “Un altro fronte aperto è quello del possibile riarmo dell’Ue”
Il ministro dell’Economia ha poi chiarito che il Def tiene in considerazione anche la questione del possibile riarmo di cui sta discutendo l’Unione europea, in quanto la decisione su un eventuale scostamento di bilancio dovrà essere presa in un prossimo Consiglio dei ministri ed entro il 30 aprile. Si tratterebbe di una decisione politica perché sarà necessaria la maggioranza assoluta delle Camere.
“L’aumento delle spese per la difesa chieste da Commissione Ue e Nato implicherà di fare delle scelte che in questo momento non si ritiene di adottare e saranno fatte nei tempi prescritti“, ha comunque specificato il ministro, aggiungendo che al momento vi sarebbe la richiesta della Commissione di chiedere la clausola nazionale di eccezione rispetto agli indicatori, entro la fine di aprile.
© Riproduzione riservata