Decreto flussi, la denuncia di Meloni: “Criminalità nei flussi regolari di migranti”

Il premier ha presentato un esposto al procuratore Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melillo per chiedere più controlli sull'ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni tramite il "Decreto flussi"

Redazione
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Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recata questa mattina Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Giovanni Melilloper consegnare un esposto sui flussi di ingresso in Italia di lavoratori stranieri avvenuti negli ultimi anni avvalendosi del c.d. ‘Decreti flussi’, poiché dal suo punto di vista “i flussi regolari di immigrati per ragioni di lavoro vengono utilizzati come canale ulteriore di immigrazione irregolare“.

Una mossa che sembra anticipare la visita di domani in Albania, una sorta di sopralluogo per verificare a che punto siano arrivati i lavori dei due centri per migranti a Shenjin e Gjader. “Domani con il Ministro Piantedosi ci recheremo in Albania per verificare, a seguito del protocollo sottoscritto a novembre col Primo Ministro Edi Rama lo stato di realizzazione delle due strutture” ha infatti dichiarato Giorgia Meloni nel corso di un’informativa al Cdm sull’immigrazione.

edi rama
Il premier albanese Edi Rama

Nella stessa informativa, il premier ha sostenuto che “la criminalità organizzata si è infiltrata nella gestione delle domande e i ‘decreti flussi’ sono stati utilizzati come meccanismo per consentire l’accesso in Italia, per una via formalmente legale e priva di rischi, a persone che non ne avrebbero avuto diritto, verosimilmente dietro pagamento di somme di denaro“. Un problema a cui è necessario porre rimedio, per diminuire ancora di più gli sbarchi clandestini nel nostro Paese.

Meloni: “Si faccia piena luce su ciò che è successo negli scorsi anni

Meloni durante la sua informativa ha sottolineato che “l’ipotesi di infiltrazioni criminali sembra avvalorata dal fatto che la stragrande maggioranza degli stranieri entrati in Italia negli ultimi anni avvalendosi del “Decreto Flussi” proviene da un unico Stato, il Bangladesh, dove le autorità diplomatiche parlano di fenomeni di compravendita dei visti per motivi di lavoro“. Inoltre, il premier ha ricordato che “i bengalesi sono anche la prima nazionalità di immigrazione illegale nei primi cinque mesi di quest’anno“.

Anche per evitare questi fenomeni, il governo ha voluto “definire rapidamente i flussi di ingresso regolare in Italia“, emanando il Dpcm che mette in atto una programmazione per il triennio 2023-2025 e costituendo un tavolo di lavoro per monitorarne l’attuazione. Proprio da questo tavolo, secondo Meloni, proverrebbero “messaggi allarmanti“. Meloni ha quindi dichiarato di sperare che, “mentre il governo individuerà le necessarie soluzioni per il futuro, auspico che si faccia piena luce su quanto è avvenuto negli scorsi anni“.

Infatti, secondo il premier, queste azioni illegali si svolgerebbero nel nostro Paese da anni, se non da decenni. “Noi modificheremo i tratti operativi che hanno portato a queste storture, e lo faremo nel rispetto del principio che ispirò la legge Bossi Fini che ha regolamentato il fenomeno in questi anni, cioè consentire l’ingresso in Italia solo a chi è titolare di un contratto di lavoro” ha quindi concluso il Presidente del Consiglio.

Magi: “Il problema non sono le organizzazioni criminali ma il decreto flussi

La Presidente del Consiglio esca dalla campagna elettorale e dimostri di avere capacità di governo dei flussi migratori che non sono una questione di sicurezza ma di politica del lavoro” è intervenuto così nella questione Riccardo Magi di +Europa, criticando le parole del Presidente del Consiglio e spiegando il suo punto di vista sulla questione.

Il fatto che solo una minoranza di coloro che dovrebbero entrare regolarmente in Italia per motivi di lavoro vedono poi trasformarsi la domanda in un contratto e in un permesso di soggiorno non ha a che fare con la criminalità organizzata ma con un sistema fallimentare che non è in grado di fare incontrare domanda e offerta di lavoro ma anzi ostacola questo incontro” ha spiegato Magi, sostenendo che il più grande ostacolo alla regolamentazione del lavoro per gli stranieri risiede anche nella consuetudine italiana del lavoro in nero.

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Riccardo Magi (+Europa)

Magi ha poi tirato in ballo i dati della campagna “Ero straniero, L’umanità che fa bene” – promossa da A Buon Diritto, ActionAid, Asgi, Federazione Chiese Evangeliche Italiane (Fcei), Oxfam, Arci, Cnca, Cild, Fondazione Casa della carità “Angelo Abriani” – che proprio pochi giorni fa ha pubblicato un report sul fallimento del decreto flussi. “Le percentuali drammaticamente basse di cittadini stranieri che fanno accedono alla procedura di ingresso nel Paese e che concludono un regolare contratto di soggiorno sono dovute alla rigidità della normativa – ha spiegato Magi – Se davvero Meloni vuole riformare la legge Bossi-Fini ci sono nostre proposte già pronte sul tavolo ma non pare io governo abbia davvero chiaro quale sia il dito e quale la luna“.

Ero straniero: “La prima misura da prendere riguarda i migranti irregolari nel Paese

La stessa campagna Ero straniero ha deciso di prendere dunque parole e chiarire alcune delle questioni contenute nel report e direttamente collegate con le dichiarazione del Presidente del Consiglio. “Bisogna intervenire, siamo d’accordo. Ma la prima misura da prendere, la più urgente, è salvare dall’irregolarità le decine di migliaia di persone che sono arrivate in Italia col decreto flussi, sperando di poter lavorare legalmente nel nostro paese, ma poi non sono state assunte dai propri datori di lavoro, veri o fasulli, e sono rimaste senza documenti e senza prospettive“.

Un intervento, quindi, non solo alla radice del problema ma anche alla sua conclusione. Secondo la campagna, quindi, bisognerebbe rilasciare il permesso di soggiorno per attesa occupazione a tutti i migranti irregolari che non sono riusciti ad ottenere un lavoro per per motivi che non dipendono da loro stessi. “Più a lungo termine – ha proseguito Ero straniero è proprio il sistema della Bossi-Fini che va superato, come da tempo chiediamo“.

Tra le proposte della campagna ci sono canali diversificati e flessibili, con l’introduzione della figura dello sponsor o di un permesso per ricerca lavoro a fronte di garanzie economiche e per fermare la creazione di nuova irregolarità, la previsione di uno strumento di emersione su base individuale, sempre accessibile, senza bisogno di sanatorie, che permetta ai migranti di mettersi in regola.

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