Decreto Albania, via libera del Cdm: nei centri anche gli immigrati in attesa di rimpatrio

Oggi in Consiglio dei Ministri è stato approvato il decreto Albania, che si prefigge di superare l'impasse tra governo e magistrati, trasformando i centri a Schengjin e Gjiader in Cpr in cui ospitare anche i migranti che sono già presenti in Italia e che sono destinatari di un decreto di espulsione

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Il Consiglio dei ministri ha dato il suo via libera al decreto legge contenente disposizioni urgenti per il contrasto dell’immigrazione irregolare. Si tratta di un provvedimento che prevede la possibilità di trasferire nelle strutture costruite in Albania dal governo italiano i migranti che attualmente si trovano nei Centri di permanenza per i rimpatri sul suolo italiano. In sostanza, quindi, potranno essere trasferiti a Schengjin e Gjiader coloro che sono destinatari di un decreto di espulsione convalidato dal magistrato.

L’obiettivo del Governo è infatti quello di rendere operativi i centri di aperti a Shengjin e Gjader, dopo che le sentenze dei giudici che li hanno resi inutilizzabili. Per ben tre volte consecutive, infatti, i giudici italiani hanno dichiarato non validi i trattenimenti dei migranti, imponendone il trasferimento in Italia.

Come raggirare quindi l’impasse dei magistrati? In attesa di verdetto della Corte europea sui Paesi sicuri dopo la richiesta di chiarimento giunta da giudici italiani, la mossa dell’esecutivo è trasformare in Cpr, centro per rifugiati, i due centri esistenti. Quindi, in Albania, dove la giurisdizione è italiana, le strutture funzionerebbero solo come Centro di accoglienza per i richiedenti asilo sottoposti alla procedura accelerata di frontiera. Difatti vi sarebbero trasferiti non più migranti uomini adulti recuperati nel Mediterraneo, come finora avvenuto, ma stranieri già presenti in Italia e destinatari di un decreto di espulsione convalidato dal magistrato.

Gli uffici legislativi di Palazzo Chigi e Ministero dell’Interno, dopo profonde riflessioni, lavorano da tempo al testo del decreto che dovrebbe essere concreto e di pochi articoli. Quindi, mentre il Governo di Giorgia Meloni è in attesa del verdetto, si presenta la formulazione dopo settimane di limature, nella speranza che possa riparare l’esecutivo dai ricorsi. Inoltre, al vaglio del Cdm passerà un decreto legge che prevede “Disposizioni urgenti in materia di cittadinanza“. Si immagina dunque che si tratti di un provvedimento che possa introdurre novità riguardo all’acquisizione della cittadinanza da parte di persone che non hanno mai avuto legami con il territorio italiano ma hanno antenati italiani.

Piantedosi spiega i prossimi passi

Come spiegato dal Ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nel corso della conferenza stampa post Cdm, la proposta del decreto Albania prevede una prossima riattivazione almeno per una componente delle funzioni del centro di Gjader, che è già esistente con 140 posti, ovvero quella di centro per i rimpatri. Il fatto che il Cpr era già presente nella struttura fa in modo che “non costerà un centesimo di più“, in quanto le risorse per la conversione strutturale sono già state stanziate.

Sul primo trasferimento dei migranti dai Cpr in Italia al centro albanese, “non abbiamo ancora una data“. Ma, in attesa che il Decreto entri in Gazzetta ufficiale, diventando così efficace, il governo sta programmando un primo viaggio. “Il centro è già attivo per 48, 49 posti – ha rimarcato il Ministro – per arrivare in fase di completamente a oltre 140“.

Questo, come sostenuto dal Ministro, farà sì che la parte del Centro per rifugiati già esistente si aggiungerà anche a una rete nazionale dei Cpr, oltre a mantenere la funzione per cui era previsto, ovvero un luogo di trattenimento ai fini del rimpatrio delle persone che completeranno, “allorquando riattiveremo il tutto, anche il percorso di valutazione come procedura accelerata di frontiera“.

Quindi, il Cpr di Gjader non sostituisce il piano dei Centri di permanenza originario per il rimpatrio da realizzare in Italia ma “è aggiuntivo“. Stando a quanto palesato da Piantedosi, il piano starebbe proseguendo “e abbiamo già in cantiere cinque Cpr, in due casi siamo prossimi all’affidamento e in tre stiamo completando le verifiche preliminari“. “Ragionevolmente mi sono posto l’obiettivo di portare a casa almeno questi cinque Cpr” con questo governo, ha concluso.

Piantedosi chiarisce anche un altro punto che riguarda la possibilità di trasferire i migranti nei Cpr dall’Italia all’Albania. Si tratta di un fattore che “non cambia nulla” in tema di rimpatri, “dipende molto dalla nazionalità delle persone che vengono rimpatriate“. Ma, le modalità non cambieranno, anzi saranno articolate e seconda con gli accordi con i Paesi. Il Ministro puntualizza anche che il trasferimento dall’Italia all’Albania dei migranti è una situazione che è stata sottoposta alla verifica della Commissione europea, e si è conclusa positivamente co la “possibilità di andare avanti“. Un’interlocuzione con l’Ue che “è prassi che si faccia“.

Decreto Albania, in attesa di verdetto sui Paesi sicuri

Di qui a poche settimane o pochi mesi, con molta probabilità prima dell’estate, quindi arriverà la decisione della Corte di Giustizia europea che “noi non vediamo come sia possibile che non sia in linea con le posizioni italiane“, afferma Piantedosi, visto che sarebbero state sposate all’interno di 14 Paesi dell’Unione europea, “anche con una posizione diversa da quella del nostro governo“. Tutti i Paesi in Europa, ha puntualizzato il Ministro, “stanno evolvendo verso una posizione che è molto in linea con quella dell’Italia“. Ad ogni modo, Piantedosi si dice molto fiducioso considerando anche l’entrata in vigore del nuovo regolamento Ue a giugno 2026.

Le altre disposizioni del Consiglio dei Ministri

Non solo centri i Albania, il Cdm odierno ha anche previsto il primo decreto che attua la delega per l’addio ai test di accesso. Si tratta di una riforma che prevede l’abolizione del test d’ingresso, con la previsione di un primo semestre a frequentazione libera alla cui conclusione solo alcuni studenti avranno accesso al secondo anno. Inoltre si prevede anche l’aumento dei posti disponibili, con l’apertura a 30 mila nuovi medici nei prossimi 7 anni. Gli studenti potranno tentare per massimo 3 volte di accedere al secondo semestre e dovranno essere obbligatoriamente iscritti ad un secondo corso di laurea nell’ambito di Scienza della Salute.

Il Cdm ha poi approvato, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy,  Adolfo Urso, il ddl sulla riforma delle amministrazioni ordinarie e degli enti cooperativi e mutualistici. Un testo che si prefigge il compito di semplificare la disciplina dell’amministrazione straordinaria, rendendone più efficiente la gestione, aggiornando anche il quadro legislativo per gli  enti cooperativi e mutualistici, al fine di adattarlo alle nuove dinamiche del contesto economico e sociale.

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