Nella giornata di venerdì 16 febbraio sindaci e consiglieri regionali, guidati dal governatore della Campania Vincenzo De Luca, hanno protestato a Roma contro il Ddl Calderoli. In questo contesto, durante uno scambio di battute tra il premier Giorgia Meloni e De Luca, quest’ultimo si è lasciato sfuggire un insulto: stronza è l’appellativo con cui il governatore si è rivolto al premier.
Dopo qualche giorno ci si aspettava l‘arrivo di una dichiarazione di scuse da parte del governatore, ma le speranze dei sognatori verranno disattese: De Luca infatti non si è giustificato per gli insulti ma ha replicato: “Era una battuta“.
De Luca non si scusa anzi avanza con le polemiche
Nessun arretramento dal governatore della Campania Vincenzo De Luca: la sua battaglia contro l’Autonomia Differenziata e le rivendicazioni sui Fondi di coesione non si arrestano. Le polemiche nate dagli insulti rivolti alla premier Giorgia Meloni non lo scalfiscono.
Ma l’appellativo rivolto alla Meloni durante le proteste per l’Autonomia differenziata che si sono svolte a Roma il 16 febbraio ha creato scompiglio e non poche polemiche. Dalla destra avanzate le richieste di censurare ed escludere De Luca dal Consiglio delle Regioni. I governatori dell’Abruzzo e del Piemonte chiedono al presidente della Conferenza delle Regioni di mettere un freno alle parole di De Luca.
Anche Presidente del Senato, Ignazio la Russa si è detto “deluso dalla mancanza di solidarietà delle opposizioni“, in chiaro riferimento al fatto che Elly Schelin non abbia ancora preso le distanze dalle dichiarazioni del governatore della Campania. La questione non è chiusa ma solo rimandata al verdetto sul Terzo mandato quindi sulla possibilità di ricandidare De Luca in Campania.
De Luca: “L’insulto l’ha fatto Meloni ai manifestanti”
Ma De Luca non si scusa, anzi replica: “L’insulto l’ha fatto Meloni ai manifestanti – poi aggiunge- ho parlato per ore durante la manifestazione. Non ho offeso nessuno. Hanno mandato in giro un fuori onda mentre bevevo un bicchiere d’acqua a Montecitorio”.
“Come ho detto al funzionario di polizia che non voleva farci passare a Roma“, in riferimento al fatto che durante la manifestazione nessuno a Roma sembrava intenzionato a ricevere i sindaci e i consiglieri riuniti nella Capitale davanti a Palazzo Chigi. “Dovranno spararmi in testa per fermarmi“, ha affermato De Luca che non dà segnali di retrocessione anzi, risponde e rilancia. Il suo intento è chiaro, quello di puntare sempre più in alto, senza guardare in faccia nessuno.
