De Luca attacca il Pd: “Partito di cafoni”, Schlein lo ignora

Dopo il granitico no alla sua terza candidatura, il presidente della Campania De Luca dichiara guerra al Partito Democratico di Elly Schlein

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“Il partito in cui milito mi ha rotto le scatole. Nel Pd mi pare di aver trovato una particolare concentrazione di cafoni, maleducati e presuntuosi. Parole pesanti quelle pronunciate da Vincenzo De Luca (ma d’altronde non è la prima volta), durante la “festa dell’ottimismo” organizzata da Il Foglio.

L’astio di De Luca dopo il no di Schlein sul terzo mandato

Sotto tiro del governatore della Campania, è la segretaria del suo partito Elly Schlein, dopo il “granitico” no sulla candidatura di De Luca per un terzo mandato.

“Sono l’esponente del Pd più votato in Italia – sottolinea lo Sceriffo – ho vinto con il 70% e incredibilmente mi ritrovo esponenti del Pd che sono delle nullità nel territorio e che parlano senza avere il minimo rispetto”. “Luca Zaia – aggiunge De Luca – sta esercitando il terzo mandato e tutti muti. Dire no al terzo mandato a me significa dire no ai cittadini che hanno il diritto di scegliere da chi essere governati”.

“Siamo l’unico partito al mondo che si fa eleggere il segretario da chi non e iscritto al Pd, ma anzi non lo vota neanche – continua, alzando i torni – è un problema di salute mentale”.

Schlein sceglie l’indifferenza

La segretaria dem, avvertendo il clima gelido, con un paio di “manovre”, evita l’avvelenato governatore. E una volta salita sul palco, Schlein sceglie di ignorare completamente le parole di De luca, non inoltrandosi nelle sue provocazioni:Non ho alcun interesse a parlare di polemiche interne al Pd in questa contingenza internazionale — afferma Elly Schlein intervistata da Claudio Cerasa, direttore de Il Foglio – il Pd è un partito plurale ed è l’elemento che più lo caratterizza e più lo valorizza. Io non ho mai creduto nei partiti personali e tanto meno familiari, ed è il motivo per cui mi sono candidata alla segreteria”.

Elly Schlein 1
Elly Schlein, segretaria Pd

Anche Giuseppe Conte, una volta salito su palco, inizia a punzecchiare il Pd sul fronte guerra: “Letta ha messo l’elmetto al Pd, e Schlein ancora non lo ha tolto”. E la segretaria ribatte così all’eterno potenziale alleato del Movimento Cinque stelle: “Una grande forza progressista non può non avere una tensione verso la pace – risponde la segretaria al leader grillino – e parte del patrimonio di valori del Pd”.

E il leader di Italia Viva Matteo Renzi, dopo aver stretto a sorpresa la mano all’acerrimo nemico Conte, è altrettanto drastico su un’alleanza con il centrosinistra a Firenze: “Alle amministrative di giugno presenteremo un candidato autonomo”.

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